lunedì 31 dicembre 2007

Ecopagliacci

Chiudiamo in letizia questo 2007 con l'articolo di Paolo Rumiz, fosco presagio dei tempi che verranno. Articolo da leggere e da meditare, non perché sia un saggio di bella scrittura o contenga chissà quali verità, ma perché rivela la psicologia dell'ecobabbeo tipo, l'appartenente alla nuova schiatta di odiatori dell'umanità che oggi prospera particolarmente. Non si tratta disemplici sostenitori di stili di vita alternativi, come gli hippies e le suore di clausura, perché nelle loro fisse gli ecostronzi dimostrano un totalitarismo dei tempi più bui: la loro via è quella giusta e chi non la segue deve pagare. Letteralmente. Paolo Rumiz, giornalista de La Repubblica, non si è accontentato di aver vissuto una settimana come un strassòn, si è sentito talmente meglio, così figo, che la sua autostima è cresciuta di pari passo con il suo disprezzo verso i "normali" (per inciso, gente che fa un lavoro vero).

Ecco alcune perle:

-Viviamo è un Paese che non fa nulla per premiare il consumo virtuoso. (Dov'è lo Shhhtato?)
- A Vicenza mi si siede accanto una mamma ansiogena con due bambini-mostri. Il dialogo si limita al cibo: tavola pancino fame prosciutto mangia bevi ancora basta finisci gnam gnam. Il maschietto ripete: mio mio mio. Poi, guardando il vuoto: io io io io. Conosce solo l'ausiliare "voglio". Ignora il "posso" e il "devo".
(tu invece, amico mio, ignori il basilare sviluppo infantile)
-Risate, urla, colpi ai tavolini senza timore di punizioni. E' chiaro: sono i bambini il primo anello della catena dello spreco. Ai bambini non si nega nulla. Il livello mondiale di Co2 dipende anche da loro. (a quando la regolazione delle nascite, per salvare Gaia dai piccoli mostri?)
-Ragazzi ridono ascoltando da un computer una voce che gracchia minacce anti-immigrati in un veneto barbarico condito di bestemmie. (a te mastego na recia!!!)
- Mi chiedo: perché, accanto alla Costituzione, a scuola non si insegna anche consumo etico?
(e accanto all'imprescendibile Costituzione, anche lezione di tolleranza e rispetto delle minoranze. Obbligatoria.)

Direi che manca solo la contingentazione delle scoreggie per finire il quadretto.

Anche su: Atroce, Conservative Mind, Xiadong People

Disclaimer: Alcune delle soluzioni proposte da Emissione Zero sono economicamente vantaggiose, responsabili e quindi etiche, al di là dei (presunti) benefici ambientali. Qui non si incoraggia lo spreco. Inoltre, lavarsi più di una volta al giorno è da gay.

sabato 29 dicembre 2007

Musica per l'anno che se ne va.

20. Six Organs of Admittance - Shelter From The Ash: perché ho deciso che doveva chiudere la mia classifica e ancora di più per meriti del passato.
19.Odawas - Raven and the White Night: perché mi ricordano i Pink Floyd
18. Sigur Ròs - Heim (solo il disco acustico) perché emozionano suonando i loro capolavori senza trucchi elettrici.
17. Tomahawk - Anonimous: perché hanno fatto rivivere gli indiani d'america con tonalità "bianche"
16. Alcest - Souvenirs d'un autre monde: perché ha dimostrato che può esistere un "black metal bucolico".
15. Beirut - Lon Gisland Ep: perché è il mio zingaro preferito
14. Joanna Newsom and the E-Street Band: perché è riuscita a migliorare dei capolavori.
13. Angels of Light - We Are Him: perché Nick Cave quest'anno ha fatto sta roba, e questo è il surrogato migliore che ho trovato.
12. Panda Bear - Person Pitch: perché mettiamoci tutti in cerchio e battiamo le mani! aaahhheeeoooeheheh
11. Arcade Fire - Neon Bible: perché è in linea con lo Zeitgeist odierno
10. Yeasayer - All Yours Cymbals: perché nessuno aveva mai pensato di mettere degli hippies a fare un coro gospel in medioriente (del futuro)
9. Wilco - Sky Blue Sky : perché mi ha reso sereno quando ce n'era il bisogno
8. Tunng - Good Arrows: perché è un folk moderno e brillante.
7. Besnard Lakes - The Besnard Lakes Are The Dark Horse: perché lo shoegaze ha ancora qualcosa da dire.
6. Of Montreal - Hissing Fauna Are You The Destroyer? : perché è il pop più intelligente che si sia mai visto.
5. Okkervil River - The Stage Name: perché la musica è una questione di anima, non di testa.
4. Fiery Furnaces - Widow City: perché lei è figa e lui ci sa fare col mixer.
3. Fionn Regan - The End of History: perché è impressionante che qualcuno riesca ancora a fare canzoni (nuove) usando una chitarra e poco più.
2. Animal Collective - Strawberry Jam: perché è il gruppo più importante del decennio, e questo è il suo album più bello (in culo agli snob)
1. Akron/Family - Love is simple: semplice come l'amore dovrebbe essere, la psichedelia weird della band norse-american ha conquistato il cuore di molti indiani, compreso il mio.

Spero di non sembrare uno di quei fissati che ascolta roba solo per fare la classifichetta: in realtà ho ascoltato questi e pochi altri ma certifico che è tutta robbabbuona.

lunedì 24 dicembre 2007

Pensare e far pensare.


Abr mi passa una di quelle famigerate catene che tutti odiano ma che poi contribuiscono a fomentare. Anche solo per ringraziarlo (la sua nomina mi fa sentire terribilmente overrated) partecipo a mia volta. Prima di tutto copia&incolla delle regoline:
a) Partecipare solo se si è stati nominati
b) Lasciare un link al post originario inglese
c) Inserire nel post il logo del Thinking Blogger Award
d) Nominare i cinque blogger che stimolano intellettualmente
Per quanto concerne l'ultimo addentellato, ho deciso di non nominare i "soliti", ovvero i blog che cito, linko e leggo spessissimo e le cui opinioni condivido ancora di più dato che la scelta sarebbe dificilissima, chi legge, poi, li conosce molto bene.
La nomination va dunque a cinque blogger stimolanti che per una ragione o per l'altra la pensano diversamente (tutti e cinque fuori "dalle mura", magari non se ne accorgono)
1) Per il versante laicista-pannelliano-evoluzionista: Fabristol, non è l'unico a dire il vero, ma è quello che ho letto di più e, francamente, il più divertente.
2) Per il versante anarco-cospirazio-luogocomunista: il Gongoro, che a dire il vero ho linkato più di una volta, ma che merita la nomination anche in quanto blog neonato e aggiornato con una frequenza spaventosa.
3) Per il versante cattolico-osservante: il Piccolo Zaccheo, news inedite e approfondite sulle faccende di chiesa.
4) Sul versante sinistrorso: un blog chiuso di recente anche se alcuni autori hanno semplicemente cambiato casa, Giornalettismo Militante.
5) Sul versante geografico: l'Estone in Veneto, ovvero la mia città vista da una foresta, ma che capisce vizi e virtù del luogo meglio di chiunque altro, parrebbe.

Colgo l'occasione per augurare a tutti i passanti buon Natale, Felice Anno Nuovo e feste allegate.
Tornerò a straparlare l'anno prossimo, magari entro fine anno ci starà a la classificona musicale di rito...

lunedì 17 dicembre 2007

Mi mancano gli anni ottanta

Quando i conduttori fumavano in studio e la gente si vestiva in quel modo...



...e io quasi lo preferisco vent'anni fa...

La nostra salvezza: il Kennedy italiano.

Ultimamente ho seguito un po' troppo la politica USA e mi sono disinteressato di quella locale. Rima, la mia finestra su Arzignano, me ne ha ricordato il motivo.

Dal Giornale di Vicenza:

Veline, cubiste e starlette: ecco il Kennedy italiano

di Eugenio Marzotto.

La grigia politica dei parrucconi sostituita da un’agenzia di starlette. Comizi sul palco addio, arrivano le kennedyne a sculettare messaggi chiari e a dimostrare che sotto la minigonna c’è di più: no ai poteri forti, no ai clandestini, no al governo. Se poi chi cura l’immagine del nuovo partito è il pluri nominato Lele Mora che lo spettacolo continui.
Il Bagaglino? No, un partito con un tele leader al comando, un movimento con ambizioni nazionali nato sotto il Grifo di Arzignano.

Sono impaziente...

Al comando c’è Massimo Emilio Gobbi, un rampollo veneziano, ricco di suo e amico di quelli che contano: Berlusconi, Tremonti, Dell’Utri, Borghezio, Publio Fiori, Andrea Sandri.

Benefattori della patria, illustri intellettuali. Non si perda di vista Andrea Sandri, che mi sfugge cosa c'entri con il resto, lo conosco solo perché eravamo assieme alle medie.

«Non sono nè di destra, nè di sinistra», si affretta a spiegare, ma lui al compleanno di Silvio, festeggiato a villa Bonin Longare insieme al gotha del centro destra italico c’era.

"Voglio solo el caregoto", mette in chiaro fin dall'inizio.

Ebreo veneziano, il cinquantenne duttile e abile, è capace di passare nella stessa serata dallo smoking ai jeans e ha trovato ad Arzignano chi lo sostiene da mesi.

Chi, di grazia?

Quando viene a Vicenza, accanto a lui c’è sempre Franca Piran, cognome blasonato ad Arzignano, nome in vista nei salotti che contano

Ah, la middle-class!

Qui è nato il movimento “Il Kennedy Italiano”.

E' questo il nome? Dico, stiamo scherzando?

In piazza del Grifo seduto ad un caffè, avvolto nel piumino e circondato da portaborse e aficionados, Massimo Emilio Kennedy spiega così la sua discesa in campo: «Ho sempre avuto il pallino della politica e passati i 50 anni ho deciso di provarci».

Sì, in fondo è ora di mangiare un po' coi soldi degli altri.

Poi annuncia da copione: «La gente si deve svegliare, reagire, deve mandare a casa questo governo che ha bloccato l’economia».

Qualche idea?

Nato a Venezia, un passato da finanziere, una vita tra New York, Parigi e Londra; ora Kennedy e le kennedine. Vallette pronte a sfilare nella prossima convention di Abano che battezzerà l’11 gennaio il partito-movimento fondato ad Arzignano. Ci saranno sì i politici, ma il messaggio più atteso arriverà da cubiste, hostess, go go dancers e accompagnatrici, chiamate a raccolta per scaldare il congresso che celebrerà Massio-Emilio-Gobbi-leader. «È stata un’idea di Lele (Mora) mi ha convinto ad organizzare una convention all’americana, dove far volare i palloncini come fanno i candidati Usa».

Ah ecco... questa sì che una strategia politica innovativa. Prodi si starà pisciando addosso...

Per ora sono pochi i politici che hanno confermato la loro presenza, ma Gobbi va avanti, sfidando pure la Brambilla, la leader dei Circoli della Libertà: «Mi ha copiato, dico da anni le stesse cose nei miei programmi sui canali Sky, poi arriva lei, bella, rossa e seducente e Berlusconi... Sì, insomma, lei è una donna e a certe cose il Cavaliere è... sensibile».

Da come la mette sembra una faccenda di copyright. E visto che la Brambilla sembra possedere doti che lui non ha, vai di starlette, cubiste, go go dancers...

Kennedy Gobbi, contro la rossa Brambilla, ma in realtà il modello è un altro. «I veri circoli li ha fatti Dell’Utri, ne ha fondati 3.500 con muri e persone. Io quelli della Brambilla non li ho mai visti».

Lol, questo lo dice un mucchio di gente. Mi sa che quasi quasi è vero.

Sentiamo che ha da dire "il cognome che conta nei salotti":

Franca Piran-Tolio (two is megl' che uan) ha conosciuto Gobbi in una convention romana dedicata alla rifondazione della Democrazia Cristiana (a quante siamo? quindici? trentotto?) a cui hanno partecipato tra gli altri, anche Berlusconi e Mastella.

Il partito della libertà... la destra moderna liberale...

È lei a mettere in chiaro quale sia la posizione politica, dentro il dedalo di movimenti che fanno parte del centro destra.

E allora mettiamolo in chiaro! Anzi fondiamo un nuovo partito-movimento-convenscion per districare il dedalo.

«Siamo di centro - spiega Franca Piran - ma guardiamo a destra e presto incontreremo Forza Italia per discutere delle prossime elezioni amministrative. All’appuntamento del 2009 dobbiamo arrivare preparati e coesi».

Un partito di centro che guarda a destra e che magari cammina di lato... suona così old-fashion. Ah, chi è quello che diceva "siamo coesi"?

Ma l’amicizia tra la signora Piran e Gobbi si è cementata davanti alle telecamere, con interventi in studio nelle teleprediche tenute sui canali sky del Kennedy italiano, che punta ad avere lo stesso consenso della Brambilla.

Lo stesso consenso della Brambilla, dicendo le stesse cose. Queste sono le novità di cui il paese ha bisogno!!! e se non dovesse bastare:

Lele Mora.
I palloncini.
Le go-go dancers
Il "Kennedy Italiano" (Veltroni farà causa per plagio).
Il futuro del centro-destra veneto e nazionale!!!

Non si sa mai che il centro che guarda verso destra attraversi la strada e venga investito da un tir. Torno a guardare le news su Ron Paul (a proposito: diciotto milioni sonanti, quasi sei solo ieri)

sabato 15 dicembre 2007

La Satira e le Cazzate

Ha senso parlare di Luttazzi una settimana dopo il fattaccio? Non lo so, ma qui -se non si è capito- faccio quel che mi pare.
Il fatto è che difficilmente riesco a stare zitto dopo un video del genere (visto solo perché hostato sul blog di un amico).



In questa profluvio di perle che faranno la storia della comicità, anzi della satira, troviamo:
a) la battutona che stando alla cronaca ha causato la censura da parte di La7
b) un noioso sketch vecchio di anni (ritoccato qua e là)
c) una tiratina anticlericale
d) un altro sketch di qualità discutibile (lui e la Yespica in Iraq)
Riguardo al primo punto: i fan di Luttazzi sono stati così troppo impegnati a difendere il loro benignamino che non si sono manco accorti che, probabilmente, si è trattata di una scusa. Tempi e modi, infatti, porterebbero a pensare che il vero obiettivo fosse la puntata che doveva ancora andare in onda (voci di corridoio dicevano che il novello Giovenale si sarebbe dilettato nel castigare i mores del pontefice e nel satireggiare l'ultimo release del Vaticano). Questo permette riflessioni di altro genere -il cui onere lascio al lettore- ma soprattutto mi permette di arrivare con eleganza al secondo punto: la tiratina. Dice Luttazzi in merito:
"Nel Vecchio Testamento: il matrimonio era tra un uomo e almeno una donna, ma questo Ratzi non lo dice"
Porca paletta. Meno male che c'è Luttazzi a dire quello che c'è scritto nella Bibbia e che il Papa censura. Ma non è finita, guardate quanto è figo il nostro che cita en passant il Levitico.
"Poi mi fa:- Il divorzio è vietato dalle scritture.
Le scritture -Levitico 15, 4-5, come se dovessi controllare, vietano anche di mangiare aragoste..."
Una controllatina in effetti ci starebbe dato che questo è il Levitico 15, 4-5:
Ogni giaciglio sul quale si coricherà chi è affetto da gonorrea, sarà immondo; ogni oggetto sul quale si siederà sarà immondo.Chi toccherà il giaciglio di costui, dovrà lavarsi le vesti e bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
Ma è solo una svista (certo... tirarsela di meno), sono sicuro che il Levitico, notoriamente fondamentale nella dottrina cristiana, vieta anche l'ingestione di crostacei.
Mi permetto a questo punto di citare un personaggio secondario per il Cristianesimo, Gesù:

E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono:
"È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?".

"Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.
Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;
per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.
Sicché non sono più due, ma una sola carne.
L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto".
Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse:
"Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei;
se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio".
(Vangelo Secondo Matteo, cap 19)


Infine: S. Paolo sulle aragoste: "Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera." (dalla lettera ai Romani)

Questo è Luttazzi: uno che parla di cose che non sa, che dice il falso con la scusa della satira e che non accetta il contraddittorio. E' già successo in altre occasioni, persino nelle stesse puntate di Decameron (quando straparla dell'"editto", da lui rinominato: "lukase bulgaro")

Non ho ancora finito. Ecco cosa riporta Francesco Nardi, direttore di LibMagazine, sul suo blog ricordando un commento da lui postato sul sito di Luttazzi l'anno scorso:
il sottoscritto pensò di provocare il padrone di casa: "Caro Luttazzi, non capisco, hai l’occasione di andare in onda sugli schermi dell’azienda che ti ha ingiustamente cacciato e non lo fai? Vai, fai quello che devi fare, e facce ride". Luttazzi, non uso a rispondere, perse le staffe e rispose: “facce ride? Non sono la tua scimmietta!”.
Esatto: lui non è la nostra scimmietta. Non lo stiamo a guardare e ad ascoltare perché ci faccia ridere. Per cosa sia pagato, allora, rimane un mistero. Ah già, i suoi spettatori non cercano le risate, che riusciva a suscitare anni fa con meno pretese, ma la Satira.
Per quanto riguarda la battuta su Ferrara: poco sotto quella sugli asini e i sikh ma almeno faceva schifo. Chi ha il coraggio di lamentarsi che La7 censura un programma sopraffino perché urta la sensibilità di alcuni bigotti (che possono eventualmente cambiare programma) dovrebbero ricordare che sono anni che South Park, una delle serie più scatologiche ma anche, a differenza di Luttazzi, geniali, non viene trasmessa in questo paese. Che è un po' di cacca lo è.

Arcade Fire, Beirut, Fionn Regan



Arcade Fire, My Body is a Cage from Neon Bible (2007) -
Fan Video bellissimo. Sembra che Leone abbia girato c'era una volta il West per la band canadese.



Beirut, Elephant Gun from Lon Gisland EP (2007)



Fionn Regan, Be Good or Be Gone from The End of History (2007)


Segnalati da Pitchfork

venerdì 14 dicembre 2007

Le scienze sociali come stregonerie

Recensione di : S. Andreski, Social Sciences as Sorcery, Andre Deutsch Ltd, London

Questo libro è una mina vagante, pericoloso, intollerabile. Per fortuna, sarà difficile che uno studente di psicologia, sociolgia, scienze politiche, studi della comunicazione lo prenda in mano, dato che non è presente in nessun programma accademico. Sarà difficile che lo stesso studente, lo scovi per caso in una biblioteca universitaria, dato che sono pochissime a possederlo, e poi gli studenti devono passare gli esami, mica hanno tempo da perdere in letture extrascolastiche (quello che avanza è riservato a World of Warcraft).
Che succedesse se un anonimo studente delle discipline sopra elencate riuscisse ad entrare in possesso di una copia, magari vecchia decrepita, magari confinata nel dipartimento di scienze motorie? Scoprirebbe l'amara realtà: i testi che gli sono stati presentati come lavori di fondamentale importanza (e che si era convinto di capire), pietre miliari nell'indagine novecentesca sull'uomo e la società sono toilet paper. Il suo stesso professore universitario che, in fondo in fondo, aveva sempre ritenuto un cazzone, perderà quel residuo rispetto che era dovuto alla sua carica professionale. Se invece di uno studente anonimo, la maggior parte dei maturandi (ah, ah) leggesse "le scienze sociali come stregoneria" facoltà universitarie di indubbia attrazione, specie in Italia, si svuoterebbero.

Questo libro, scritto da un sociologo polacco, naturalizzato inglese, tenta di dimostrare (e ci riesce a pieno titolo, secondo me) che la stragrande produzione accademica dal dopoguerra in poi è da buttare, non solo perché non produce scienza, ovvero non dice niente, ma perché, in determinati casi è riuscita a peggiorare le cose. Si potrebbe supporre -dice ad esempio Andreski- che il formidabile aumento di psicologi e di sociologi che spesso diventano consulenti scolastici e familiari abbia migliorato la situazione dei paesi che "infestano". Ed invece no: la famiglia non è mai stata così debole, i divorzi sono al massimo storico, il sistema scolastico perde in continuazione credibilità. Lo stesso guardare all'essere umano come entità guidata da oscuri istinti animaleschi comporta un'inevitabile serie di profezie che si auto avverano: l'analisi dell'amicizia maschile come omosessulaità latente, ad esempio ha determinato il deterioramento dei rapporti umani tra lo stesso sesso; dopo Kinsey, siamo abituati a classificare la felicità di una coppia dal numero di copule mensili.

Se i risultati della psicologia e della sociologia applicata qui si esauriscono, figuriamoci quella teorica. Fantastilioni di pagine che raggiungono il loro obbiettivo: non spiegare nulla, anzi complicare le poche cose che risultavano chiare. Andreski è spietato con tutti i luminari del mondo occidentale: ce ne sono per Parsons (che secondo l'autore ha riscritto in modo più fumoso le tesi che già furono di Herbert Spencer, compiendo errori nell'aggiungere e nel togliere) per Lévi-Strauss, il cui metodo di trascrizione che scimmiottava quello della matematica è abilmente sbeffeggiato, per Lazersfeld demolito con un frase ("se la persona è più influenzabile dagli amici che dai mezzi di comunicazione di massa, chi influenza l'amico?") . Nemmeno l'economia dei mille modelli keynesiana e neoclassica viene risparmiata dall'accusa di alienazione dalla realtà.
Eppure, dice Andreski, tutti questi studi mediocri provengono dal medesimo campo di indagine che ci ha portato pensatori di altissimo livello (Tocqueville, Marx, Pareto, Mosca, Spencer), che è accaduto? Andreski individua la crisi delle scienze sociali in un momento storico ben preciso: quando gli studiosi hanno smesso di scrivere perché avevano qualcosa da dire e hanno iniziato ad essere dipendenti dello Stato. La conseguenza è stata innanzitutto che gli accademici "dovevano" produrre pezzi scientifici per ottenere lo stipendio. Nella generale mancanza di idee va sempre bene "truccare" i propri scritti con un linguaggio oscuro e malmostoso in modo di fare sentire cretino il lettore (che quindi ha bisogno del sociologo-stregone).

Ma ben più grave è il fatto che le scienze che hanno come campo di indagine l'uomo e come si costituisce in società siano passate al soldo del potere costituito. Tutti gli studiosi elencati precedentemente avevano una visione molto critica dello Stato, la cui realtà era smascherata nei loro scritti, ora -scrive l'autore- studiosi che dichiarano un'influenza marxista produce studi per spiegare ai governi come manipolare il consenso dei cittadini. E' lo stesso Talcott Parsons a spiegare che il potere è funzionale ad una domanda di controllo e che, quindi, ribellarsi al giogo di un Hitler è "antisociale".

Per concludere un'ultima citazione che ci riguarda da vicini:
"L'Italia prefascista ha ospitato pensatori pionieri in ciò che ora possiamo trovare datato, ma che ha portato un significativo contributo allo sviluppo delle scienze sociali [...] Nonostante il suo progresso economico, la letteratura successiva alla seconda guerra mondiale non contiene nulla di originale, consiste in riassunti di libri di testo americani e in agiografie marxiste [...] Il secondo fenomeno si mischia con con la dominazione della scena culturale italiana, che rispecchia l'arena politica: una Democrazia Cristiana di orientamento capitalista che porta avanti la propaganda della Chiesa e che si oppone a chi si affida al verbo marxista e all'oro sovietico " (pag. 222, mia traduzione).


Andreski scriveva nel 1975 e si dichiarava "un disperato ottimista". In questo, forse sbagliava.


Referenza bibliografica italiana:

Andrzejewski, Stanislaw
Le scienze sociali come stregonerie / Stanislav Andreski
Roma : A. Armando, c1977.

238 p. ; 20 cm ( Controcampo ; 3. )
Trad. P. Stefani
Titolo originale: Social sciences as sorcery
BN 792062.


Link su Amazon.com

martedì 11 dicembre 2007

Questione di etichette


Grazie a Tocqueville, l'unica ragione per cui questo non è un blog dove rido e me le canto da solo, sono finito su il Giornale. Fa piacere, anche perché probabilmente sono il blog più sfigato tra quelli elencati. A differenza di esimi colleghi ed amici non ho di che lamentarmi per la mia collocazione (semmai il problema è di Jinzo e SM :)). Quando si tratta di informazione generalista (anche se di qualità) non è che si possa pretendere più di tanto, anzi si apprezza il fatto che, una volta tanto, il lettore medio destrorso verrà a sapere che esiste un mondo che pensa (spesso in maniera molto diversa) dietro una politichetta spesso povera di idee e capace solo di far caciara.
Non solo grazie a questo, ovviamente, ma allo stato attuale il Giornale è il miglior quotidiano cartaceo italiano.

Legalize it!

Questa notizia appresa sul blog di Stato Minimo mi dà l'occasione di fare outing su un argomento a me caro: i casini.
Ritengo la legalizzazione della prostituzione una battaglia di alta civiltà e auspico che avvenga quanto prima. Ovviamente, come tutte le cose sensate, è raro che che venga presa in considerazione soprattutto da chi se la tira con il laicismo e i diritti civili, che magari ha spaccato le balle per anni con la marja. Innanzittutto perché sul mercato c'è molto più richiesta di topa che non di erba ma anche perché se c'è una legge bigotta, clerico-fascista e ridicola, quella è proprio la legge Merlin. Ora una parlamentare padovana del centrodestra (sottolineo il fatto che sia donna e veneta, averghìne... anche se a pensarci bene lo era pure la Merlin) ha fatto una proposta di legge che peraltro prevede:
1. inquadramento della prostituzione come lavoro autonomo (ma và?) e relativa tassazione
2. determinate regole per il sito dell'attività
3. la possibilità che un'ordinanza del sindaco vieti la costruzione di bordelli in comuni con una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti
4. Un registro di chi esercità l'attività da tenere presso il comune
5. multe per chi esercita la prostituzione abusiva (al di fuori del registro)
6. l'obbligo per i Comuni di promuovere attività e interventi idonei alla prevenzione dell'esercizio della prostituzione e iniziative a favore di chi vuole smettere di prostituirsi.
I primi due punti mi trovano abbastanza d'accordo, le prostitute devono avere parità di trattamento con gli altri lavoratori (abbasseremo le tasse anche per loro), le regole come la distanza dalle scuole sono di buon senso e forse proprio per questo dovrebbero essere lasciate a discrezione dei singoli comuni, non capisco però perché un comune di piccolo possa vietare i bordelli e uno grande no, anche qui la decisione dovrebbe essere del sindaco.
Il quarto punto è un po' ridicolo e mi sembra anche violare la privacy. Forse sarebbe più utile l'istituzione di un ordine delle bagascie, per assicurarsi che il cittadino usufruisca dei servigi di autentiche professioniste, con relativa istruzione professionale garantita (sì, sono ironico).
Per quanto riguarda le multe... beh sono la conseguenza del fatto che una legge mette per forza di cosa fuorilegge chi non si adegua. Certo sarebbero da limitare a chi pratica l'attività su suolo pubblico, e non vada a perseguire quel che accade nel privato.
Il sesto punto puzza talmente di welfare che neanche lo commento.
Concludendo, si apprezza l'iniziativa della Casellati, che è una che ragiona. Purtroppo ragiona da politico e non riesce a non ultraregolamentare. Bastava molto meno per far molto di più: abrogare le norme che impediscono la prostituzione organizzata in edifici privati e dare pieno potere alle amministrazioni comunali (che nelle grandi città dovrebbero delegarle a quelle circoscrizionali) di legiferare a riguardo, in modo che i cittadini possano scegliere localmente cosa vogliano che accada nel loro vicinato.

domenica 9 dicembre 2007

In nome dell'ammore (sul decreto sicurezza, con sorpesa)

Esempio da manuale di come limitare la libertà dei sudditi: si prende un superstato come l'Unione Europea e si indice una Conferenza Governativa. Si produce una roba di 80 pagg che straparla di rafforzamento politico, cooperazione internazionale, integrazione, armonizzazione (quando si legge questa parola bisogna sempre prepararsi al peggio). Si scrive che l'amicizia è bella, l'amore di più, e che è brutto trattare male il prossimo solo perché ghei, sikh o handicappato e che
“Article 6a:
Without prejudice to the otherprovisions of this Treaty and within the limits of the
powers conferred by it upon the Community, the Council, acting unanimously on a
proposal from the Commission and after consulting the European Parliament, may
take appropriate action to combat discrimination based on sex, racial or ethnic origin,
religion or belief, disability, age or sexual orientation.”
(dal trattato di Amsterdam)

Ma per il momento non accade nulla. Dieci anni dopo un parlamento di imbecilli e un governo di cretini decidono di "recepire" (in realtà non essendo una legge in senso stretto, non era obbligatorio, neppure consigliabile) questa norma. Come? All'interno del decreto sulla sicurezza (chi non ha paura dei discriminatori armati?)

1. All'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni, il comma 1, è sostituito dal seguente:
«1. salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, anche ai fini dell'attuazione dell'articolo 4 della convenzione è punito:
a) con la reclusione fino a tre anni chiunque, incita a commettere o commette atti di discriminazione di cui all'articolo 13, n. 1 del trattato di Amsterdam

Combinazione, la legge de 1975 qui indicata, la legge Reale, è anch'essa una legge che recepisce una convenzione internazionale, in questo caso quella di New York, del 1966.
Ecco l'art. 1 come era fino all'altro ieri:

1.Nella presente Convenzione, l'espressione "discriminazione razziale" sta ad indicare ogni distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l'ascendenza o l'origine nazionale o etnica, che abbia lo scopo o l'effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale o in ogni altro settore della vita pubblica.
2. La presente Convenzione non si applica alle distinzioni, esclusioni, restrizioni o trattamenti preferenziali stabiliti da uno Stato parte della Convenzione a seconda che si tratti dei propri cittadini o dei non-cittadini.
3. Nessuna disposizione della presente Convenzione può essere interpretata come contrastante con le disposizioni legislative degli Stati parti della Convenzione e che si riferiscono alla nazionalità, alla cittadinanza o alla naturalizzazione, a condizione che tali disposizioni non siano discriminatorie nei confronti di una particolare nazionalità.
4. Le speciali misure adottate al solo scopo di assicurare convenientemente il progresso di alcuni gruppi razziali od etnici o di individui cui occorra la protezione necessaria per permettere loro il godimento e l'esercizio dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali in condizioni di eguaglianza non sono considerate misure di discriminazione razziale, a condizione tuttavia che tali misure non abbiano come risultato la conservazione di diritti distinti per speciali gruppi razziali e che non vengano tenute in vigore una volta che siano raggiunti gli obiettivi che si erano prefisse.
Bizzarro, nessuna allusione a misure detentive, che di fatto vengono introdotte ex novo dal seguente decreto. In pratica, se prima rifiutavi di dare un neGro ti rompevano i coglioni fino a fartelo assumere, adesso rischi il carcere. E lo rischi anche se rifiuti un lavoro ad un ghei, con la differenza che mentre se uno si dà su la vernice per fingersi camerunense poi lo sgami, viceversa è molto più semplice fare il finocchio col culo degli altri. Stendiamo un velo pietoso poi, sul fatto che non c'è traccia né nelle leggi internazionali, né tantomeno nella legge Reale di cosa poi questi atti discriminatori siano nella realtà.

Lato tragico della vicenda: invece di avere uno come Rasmussen, abbiamo invasati col cilicio che screditano quella che potrebbe essere una sacrosanta battaglia per la libertà dei cittadini e la sovranità nazionale.

Lato comico della vicenda: notato i grassetti? Non c'è qualcosa di strano? L'idiozia, amici, l'idiozia regna sovrana, anzi, impera tiranna.

giovedì 6 dicembre 2007

Fa ridere?

"Cosa fa la differenza tra un Sikh ed un asino? La coda".
Questo "freddura" è stata la barzelletta del giorno dell'omonimo servizio SMS fornito dalla Reliance Communication, la seconda compagnia telefonica indiana. Ora il Ceo, Anil Ambani, rischia il carcere per vilipendio ad una fede religiosa. Magari lo meritava per la povertà della battuta ma è un chiaro sintomo che la libertà di parola, quando si tratta di religione non è in pericolo solo dove c'è il Vaticano e l'orsetto Maometto.

Questo video invece non fa ridere, fa piangere. Giusto per capire quanto viviamo in uno stato libero. L'intervista a Danilo Coppola dopo l'evasione lampo (pessima la giornalista, comunque)

Segnalo infine che ho riscritto e arricchito il post sui diritti naturali e la scuola austriaca. Ora si dovrebbe riuscire a finirlo senza accusare vertigini.

Oggi è il 6 dicembre, in Finlandia festa dell'indipendenza. Auguri a tutti. L'indipendenza si festeggia sempre :)

mercoledì 5 dicembre 2007

Piccolo prontuario di geografia venetico-clericale, ad uso del Corsera.


Per noi della pedemontana "la bassa" vicentina, veronese e padovana che sia (la provincia di Rovigo è considerata l'apoteosi della bassa per definizione, neanche da prendere in considerazione :)) è una terra misteriosa, che compete in esotismo con il Borneo e la Siberia, e che si crede abbia la capacità di combinare i difetti, climatici e non, dell'uno e dell'altra.
Ma anche per i giornalisti non dev'essere diverso, se anche per loro, al di sotto dell'A4 è tutto "uguale". Se poi ci si mettono in mezzo i preti, che in quei cantoni sembrano fare le bizze, è tutto più difficile. Quando si parava del "casto fidanzamento" di Monterosso non si capiva perché Don Sante, della diocesi di Padova, si ritirasse a casa sua a Noventa (Vicentina). Che è ad un tiro di schioppio ma che risulta essere ben distante da Noventa Padovana, puntualmente ed erroneamente segnalata. Inoltre: i Monti (e non Colli) Berici dipartono a Sud della città di Vicenza, i Colli (e non Monti) Euganei si trovano a Sud-est rispetto a questi. Data la sua peculiare posizione Noventa Vicentina è più vicina ai Colli Euganei (sui quai giace la frazione di Lovertino), che si trovano in provincia di Padova, quindi ha sbagliato anche coloro che hanno indicato la Noventa giusta (Vicentina) e i colli sbagliati (Berici).

Ora, si replica con l'altro prete gaffeur: Montegalda si trova vicino a Padova ma in provincia di Vicenza e così anche la contigua Montegaldella. Mentre però Montegalda risulta essere anche diocesi di Vicenza, Montegaldella appartiene a quella di Padova.
Non è strano dato che Padova si ciuccia via metà delle parrocchie di Vicenza, compresa Thiene (a centro esatto della provincia vicentina e ben distante da Padova) e l'Altopiano di Asiago (che però -ricordo- vuole entrare nella provincia di Trento). La diocesi di Vicenza, d'altro canto, sconfina nelle parti basse della provincia di Verona, causando le solite sviste quando cronache ecclesiastiche trattano di San Bonifacio o di Cologna Veneta.

Basta solo un po' d'attenzione, che ci vuole?

martedì 4 dicembre 2007

Come sputtanare una bella cosa

La si fa diventare obbligatoria.

"Tutto quello che è positivo può essere istituzionalizzato."
Tommaso Ghirardi- Dirigente A.C. Parma.

Nell'attesa dell'ennesimo rigore fasullo assegnato, della prossima partita falsata e dell'effetto che farà la solidarietà obbligatoria vado a friggere i pop-corn.

domenica 2 dicembre 2007

Grizzly Bear - Knife


Gruppo di New York ma dalle suggestive ispirazioni boschive, da frontiera americana, i Grizzly Bear sono stati uno delle novità più acclamate dello scorso anno nella scena musicale indipendente. A mio parere, però, il video, che pur bene si collocherebbe nella mia sequela delle assurdità recentemente postate, è assolutamente mediocre. Dei Grizzly Bear è uscito di recente un'ep, Friend, che contiene tra l'altro alcune loro cover eseguiti da gruppi più o meno sconosciuti. Nessuna però, può a mio avviso rivaleggiare con questa versione a cappella (!!!) eseguita dal coro del Carleton College di Northfield, Minnesota.


P.S. Apprendo ora che Putin ha vinto le elezioni. Non me lo sarei mai aspettato.

Tratto da:




Grizzly Bear
- Yellow House (2006)