Negli ultimi tempi ho irriso brutalmente lo stato finlandese con modi che di certo non si addicono ad un ospite. Siccome tendo al rimorso (ho già evitato un altro post della serie), voglio scrivere qualche riga in un certo modo riparatoria.
Nella mentalità comune paesi come Svezia e Finlandia (in minor misura Norvegia e Danimarca) vengono percepiti come socialdemocrazie altamente efficienti. Ora, tenendo come punto fermo che un sistema socialista tenderà per definizione all'inefficienza, e che lo stesso paese in un regime liberista se la passerebbe meglio, bisogna riconoscere che questa fama non è del tutto immeritata.
I servizi pubblici in questi paesi funzionano bene rispetto alla media, le tasse sono alte come è varia l'offerta di beni forniti dallo stato. L'assistenza non viene negata a nessuno che si trova in difficoltà e le categorie che non producono reddito godono di molti vantaggi (gli studenti hanno ad esempio la casa quasi gratis, anche se i loro genitori vivono nella stessa città dove essi studiano).
Perché questo accade in Svezia ed in Finlandia mentre fallisce nei paesi che tentano di imitarle? Perché il socialismo richiede due caratteristiche: alto livello di inquadramento sociale (nel senso che si rispetta le regole) e basso grado di diseguaglianza sociale. In particolare per il primo caso si richiede un raggio di azione statale limitato a comunità relativamente piccole (la Svezia ha pochi abitanti in meno della Lombardia, La Finlandia pochi di più del Veneto). Si tratta di un paradosso: la socialdemocrazia non solo fallisce nel perseguire i suoi due principali obbiettivi: istillare nei cittadini le virtù civiche ed abbattere le differenze economiche, ma li richiede come prerequisiti.
Questa tabella mette a confronto la graduatoria economica OCSE di Svezia ed Irlanda, il paese che negli ultimi anni ha adottato politiche più liberali in economia. La lezione da trarre, a mio modesto avviso, è che nemmeno in paesi come quelli Scandinavi un alto grado di interventismo statale è alla lunga tollerabile. Tuttavia c'è un altro appunto da fare: proprio negli anni '90 la Svezia ha visto un alto afflusso di immigrati, provenienti dalle zone più povere del mondo. Questo potrebbe aver acuito il conflitto di classe tra i tax payers e i tax consumer, prima celato. Insomma, un'iniezione di free riders in grado da mettere in crisi la qualità dei servizi sociali. Questo spiegherebbe anche perché la Finlandia (stato storicamente più centrista e relativamente più liberale) non sembra aver perduto colpi negli ultimi anni: nonostante la politica della frontiera aperta a tutti i costi e l'estrema tolleranza, la percentuale di immigrati è ancora molto bassa.
Torniamo a noi, che viviamo in uno stato altamente diseguale (geograficamente ma non solo) con una popolazione di dieci volte superiore a quella finlandese, e con la fama meritata di essere pieni di furbi e furbetti con poco senso delle regole (a volte non è necessariamente un male). E' ovvio che con queste premesse coloro i quali indicano come modello da raggiungere "una moderna socialdemocrazia europea", come ad esempio Valter Veltroni, vanno denunciati ed boicottati.
Anche perché non è che siamo poi così distanti dal modello svedese, alla luce degli svantaggi. La pressione fiscale diretta in Svezia è all'incirca al 50%, in Finlandia il 45%, l'Italia è al 44%. Dovremmo ormai esserci, che dite?
Se si considera la classifica delle libertà economiche, che oltre il parametro della pressione fiscale valuta la libertà d'impresa e l'ostilità burocratica, allora proprio non c'è gioco: la Finlandia è 16°, la Svezia 17° (considerando le recenti riforme) e l'Italia... 64°. Si consideri che i primi cinque posti sono occupati da Honk Kong, Singapore, Irlanda, Australia ed Usa nell'ordine, così tanto per tastare il metro.
Morale della favola: i socialisti indicano come modello storiche roccaforti e poi ci si accorge che siamo più socialisti di loro!
Lettura consigliata: Stephen Karlsson su mises.org.
I servizi pubblici in questi paesi funzionano bene rispetto alla media, le tasse sono alte come è varia l'offerta di beni forniti dallo stato. L'assistenza non viene negata a nessuno che si trova in difficoltà e le categorie che non producono reddito godono di molti vantaggi (gli studenti hanno ad esempio la casa quasi gratis, anche se i loro genitori vivono nella stessa città dove essi studiano).
Perché questo accade in Svezia ed in Finlandia mentre fallisce nei paesi che tentano di imitarle? Perché il socialismo richiede due caratteristiche: alto livello di inquadramento sociale (nel senso che si rispetta le regole) e basso grado di diseguaglianza sociale. In particolare per il primo caso si richiede un raggio di azione statale limitato a comunità relativamente piccole (la Svezia ha pochi abitanti in meno della Lombardia, La Finlandia pochi di più del Veneto). Si tratta di un paradosso: la socialdemocrazia non solo fallisce nel perseguire i suoi due principali obbiettivi: istillare nei cittadini le virtù civiche ed abbattere le differenze economiche, ma li richiede come prerequisiti.
Questa tabella mette a confronto la graduatoria economica OCSE di Svezia ed Irlanda, il paese che negli ultimi anni ha adottato politiche più liberali in economia. La lezione da trarre, a mio modesto avviso, è che nemmeno in paesi come quelli Scandinavi un alto grado di interventismo statale è alla lunga tollerabile. Tuttavia c'è un altro appunto da fare: proprio negli anni '90 la Svezia ha visto un alto afflusso di immigrati, provenienti dalle zone più povere del mondo. Questo potrebbe aver acuito il conflitto di classe tra i tax payers e i tax consumer, prima celato. Insomma, un'iniezione di free riders in grado da mettere in crisi la qualità dei servizi sociali. Questo spiegherebbe anche perché la Finlandia (stato storicamente più centrista e relativamente più liberale) non sembra aver perduto colpi negli ultimi anni: nonostante la politica della frontiera aperta a tutti i costi e l'estrema tolleranza, la percentuale di immigrati è ancora molto bassa.
Torniamo a noi, che viviamo in uno stato altamente diseguale (geograficamente ma non solo) con una popolazione di dieci volte superiore a quella finlandese, e con la fama meritata di essere pieni di furbi e furbetti con poco senso delle regole (a volte non è necessariamente un male). E' ovvio che con queste premesse coloro i quali indicano come modello da raggiungere "una moderna socialdemocrazia europea", come ad esempio Valter Veltroni, vanno denunciati ed boicottati.
Anche perché non è che siamo poi così distanti dal modello svedese, alla luce degli svantaggi. La pressione fiscale diretta in Svezia è all'incirca al 50%, in Finlandia il 45%, l'Italia è al 44%. Dovremmo ormai esserci, che dite?
Se si considera la classifica delle libertà economiche, che oltre il parametro della pressione fiscale valuta la libertà d'impresa e l'ostilità burocratica, allora proprio non c'è gioco: la Finlandia è 16°, la Svezia 17° (considerando le recenti riforme) e l'Italia... 64°. Si consideri che i primi cinque posti sono occupati da Honk Kong, Singapore, Irlanda, Australia ed Usa nell'ordine, così tanto per tastare il metro.
Morale della favola: i socialisti indicano come modello storiche roccaforti e poi ci si accorge che siamo più socialisti di loro!
Lettura consigliata: Stephen Karlsson su mises.org.
11 commenti:
la conclusione è verissima: durante i miei viaggi in Russia ad esempio sono rimasto sempre colpito da come la burocrazia fosse incredibilmente simile alla nostra.
E mi riferisco ai "lasciti" del sistema sovietico, non alle strutture nuove! Quelle ci lasciano indietro...
Io credo che ad avere un effetto determinante siano le dimensioni. Sono convinto che se il Veneto (ma riconosco che il modello veneto non sia la norma: recentemente è stato paragonato a Los Angeles!) avesse la possibilità di autogestirsi otterrebbe risultati anche migliori della Finlandia. da noi è penalizzante la dispersione di risorse e servizi in maniera disomogenea nonchè la difficoltà di mettere d'accordo tutti.
Ottimo post.
A mio avviso il fattore principale, come hai citato, e' quello culturale: in Finlandia uno stato forte puo' funzionare perche' e' nella cultura della gente rispettare ogni regola.
In Italia, per il tipo di cultura, dovremmo avere un sistema estremamente liberale, quasi anarchico, visto che qui da noi le regole sono considerate al pari del folklore.
E invece abbiamo miliardi di leggi-leggine-regolamentazioni..
Probabilmente piu' che l'avversione alle regole imposte, in Italia incide la tendenza alla furbizia della gente. E il fatto che i politicanti che scrivono le regole sono tendenzialmente piu' furbi dei loro connazionali :(
Pensare diversamente... Pressioni socialiste a volte sono esentasse, gli Offlaga hanno smesso la tessera del Pc quando hanno venduto il loro primo cd... I Baustelle sono romantici e dandy, milanesi facilmente orecchiabili
La Finlandia ci ha accolti, scagliera´ pulla/e in faccia al tuo nostro finale addio.
Stasera pre.stammtisch e poi after.stammtisch...
Stimo la tua capacita´ di raccogliere, scrivere, commentare e la tua decisione applicata a fondo pagina. Non credo arrivera´il giorno in cui si dovra´ pagare per scrivere.
Giovanni C.
>hermes: Oddio, da tempo nessuno ha avuto la facciatosta di proporre la Russia sovietica come modello, però c'è del vero...
>Simone: è il mio principale argomento (o meglio quello liberale classico) a prescindere da ogni dimensione identitaria, per quanto importante.
>zambo: ho dissepellito l'odio ideologico per una volta... sulla furbizia non so, forse credo ci sopra (o sotto, a seconda dei punti di vista) valutiamo anche riguardo a quello.
>Giovanni: mi hai sgamato. Il giorno in cui si dovrà pagare, l'abbiamo scampato con il ddl Levi... :D
Questo è del 2004:
http://tinyurl.com/2c2ymx
Alla fine il problema del welfare è sempre quello: è come un bel banchetto di cui si rimanda finché è possibile il momento di pagare il conto. A volte il servizio è migliore, a volte meno, da qualche parte le portate sono tante, altrove poche, ma alla fine ci si ritrova comunque a lavare i piatti in cucina.
Concordo su tutto.
Quando andai a vivere in Svezia, arrivai in un periodo di recessione economica che tuttora va avanti. Il problema, e questo veniva detto candidamente perfino dai socialdemocratici (che non sono buonisti come i nostri ma sono cazzutissimi), erano i rifugiati mediorientali accolti in Svezia dalla metà degli anni 70 in poi.
Hanno incominciato a fare i furbetti, a prendersi pensioni anche se poi lavoravano in nero, a sfruttare il sistema sociale svedese, a rinchiudersi in ghetti e vivere di sussidi e criminalità.
Risultato? fino a quindici anni fa nessuno in Svezia chiudeva la porta di casa a chiave, era sempre aperta. Ora si fa a gara a comprare le porte più solide.
Il fatto è che i modelli scandinavi sono perfetti solo con gli scandinavi!
OT - Buon anno!
Posso anche essere d’accordo con questo tipico revisionismo Finlandese tanto di moda negli ultimi decenni, dove il dilagare di una società multiculturale e multireligiosa, richiede sempre maggiore tolleranza e pragmaticità da parte della popolazione. Ma non potrò mai rispettare, tanto meno andarci a vivere, in un paese che per natale mangiano soufflè di patate e rape rosse. Per Dio!!! Rape Rosse!!!
volevo farteli live ma non ti becco...bòn ano!
Grassie, anca a vialtri.
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