lunedì 3 marzo 2008

L'improvviso amore del PD per i capannoni veneti

La politica non crea strani compagni di letto, il matrimonio lo fa.
Groucho Marx

La candidatura del "capo" degli industriali vicentini nelle file del partito democratico mi ha condotto a qualche riflessione che elenco qui sotto:
1) La cosa più divertente, la scrivo per i vicentini, sarà assistere al doppio carpiato del il Giornale di Vicenza, che tra i suoi grandi investitori annovera Massimo Calearo. Esattamente un anno fa, il quotidiano berico, cominciava a stupire tutti con i toni quasi feltriani, le caricature antiprodiane di Toni Vedù in prima pagina, un chiaro espediente di vendita (che non stigmatizzo) in una provincia tendenzialmente conservatrice. Terrò d'occhi la testata, d'ora in poi.
2) La reazione, quasi corale, è stata: "ma allora non è di destra!". Non lo so, ma sicuramente Calearo non è di sinistra, come egli stesso dichiara:
«Ho accettato perché se nel Pd trovano spazio anime, culture e interessi, anche non di sinistra, come quelli di cui sono portatore [... gli obiettivi] un federalismo pienamente realizzato, un sistema fiscale che favorisca anziché frenare lo sviluppo, una maggiore qualità della vita e dell’ambiente, un forte sostegno alla ricerca, all’eccellenza, alla formazione».
Vabbè, queste cose adesso le dicono tutte e non le applica nessuno, ma in sostanza è il programma di una destra liberale.
3) La realtà è che Calearo è uno che negli ultimi anni ha saputo rivestire un ruolo pubblico, intervendo da grande saggio, ed ha anche saputo crearsi un seguito, badando bene di rimanere terzista sino all'occorrenza. Se ha accettato l'offerta del Pd è perché lo ritiene, a torto od a ragione, più aperto del Pdl che, nelle sue roccaforti (come la controparte nelle regioni rosse, del resto) è troppo impegnato a piazzare la risaputa nomenklatura.
4) Calearo però si sbaglia: né il Pd né il Pdl hanno la ricetta per abbassare le tasse (cioè dimezzarle, non togliere un punto percentuale) e per introdurre il federalismo (quello serio, cioé fiscale). Contrariamente al Pdl, però, il Pd ha una tara ideologica irremovibile: è un partito socialdemocratico e persegue l'uguaglianza economica. Raggiungibile, nello stato moderno, principalmente attraverso la tassazione dei "vantaggiati" cioé dei proprietari dei mezzi di produzione, cioé degli imprenditori.
5) Gli imprenditori veneti hanno bisogno di una sola cosa: meno stato. Calearo in parlamento non serve a nulla, finché si indica nel programma il controllo dei prezzi e la risoluzione del problema meridione (favola che tira da 70 anni a questa parte) come priorità
6) Veltroni, con sta trovata delle candidature ad effetto, sta dimostrando di essere il comunista più furbo dai tempi di Berlinguer. E' tutta scena, certo, ma pagherà.
7) Sarebbe stato bello vedere Calearo, in un sistema maggioritario, battersi con una sua controparte destrorsa. E forse, in quella circostanza, non avrebbe corso col PD. Son tutti bravi ad essere i primi della lista.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

la considerazione che ho per confindustria è uguale alla considerazione che ho per il sindacato...

Orso von Hobantal ha detto...

Io preferisco il sindacato: con metodi sbagliati persegue almeno dei risultati.
La confindustria è auoreferenziale, parla a nome delle imprese ma agisce contro gli interessi delle stesse.

Più che valutare confidustria in generale (di cui ho una pessima opinione, in particolare di Montezemolo) ho parlato di una singola persona, che finora s'era salvata ma è sulla strada di diventare un piccolo Luca Cordero.

Abr ha detto...

Gia' dai tempi del famoso meeting di Vicenza, Calearo mi sembrava il piu' classico degli zio Tom: strisciante agli ordini di Lcdm, la "bomba" Cav. gli scoppio' tra le mani.

Nella piu' rosea delle ipotesi, un prossimo ennesimo trasfuga "bipartizan" parlamentare.

Che tristezza, ricorda quel nobilame tatticista che appoggio' Napoleone ai tempi di Campoformio per non perder prebende.
ciao, Abr

arachesostufo ha detto...

veneto libero!

Anonimo ha detto...

Fonti amiche addentro la politica berica (mio padre :-) ) mi dicono che a Calearo sarebbe stato promesso il posto da ministro dell'industria.
Se fosse, sarebbe la dimostrazione che neanche a Calearo interessa abbassare le tasse - e del resto ce lo ha fatto sapere l'altra sera a Ballarò tirando fuori la vecchia balla del "pagare tutti per pagare meno" quando è evidente che, semmai, è il contrario.
Il suo obiettivo, è chiaramente elargire i soliti favori agli amici del club Montezuma.

Orso von Hobantal ha detto...

Sono cose che interessano quando sei imprenditore, magari agli inizi, prima di entrare nei vari clubs collegati in qualche modo alla Cappittale.

arachesostufo ha detto...

veneto libero in Padania macroregione.

Veltroni e i uoi sinistri amici vadano a far danni altrove, l'intelligenza dei veneti non deve portare voti alle sinistre del fallimento e dell'assistenzialismo.

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie