lunedì 31 marzo 2008

Lo sceriffo e i valori della patria.

Gentilini è una delle tante, piccole-grandi tragedie della Lega Nord. Non giudico la sua condotta di amministratore, non essendo di Treviso, lascio l'onere tutto ai suoi elettori. Ideologicamente però, è un disastro. Innanzitutto Gentilini è un ex missino, uno di quelli che è lecito sospettare di fascismo congenito. E' entrato in Lega relativamente tardi, quando ormai si delineava la tendenza del partito, nato semplicemente come federazione autonomista e per un periodo secessionista, di posizionarsi dalle parti di una certe destra conservatrice a fare la voce grossa contro gli immigrati e a difendere i valori cristiani.
Gentilini non è un secessionista, non è neppure un autonomista. Ha il culto dell'autorità, del potere costituito, poco importa che venga da Roma o dal suo comune. Lo ha dimostrato in più di un'occasione, la più nota è stata l'ordinanza comunale che proibiva di vestire uno specifico abito lungo mediorientale (non ricordo il nome) per ragioni di sicurezza.
Ora, per le prossime elezioni comunali un candidato della sinistra arcobaleno, tale Nicola Atalmi, ha realizzato un manifesto con un bel maiale cinto della fascia tricolore. Gentilini, punto sul vivo ha dichiarato: «Atalmi è uno spergiuro, un falso, un delinquente istituzionale - ha tuonato ieri - ci fossero i tribunali speciali, sarebbe fucilato di schiena».
Non è tutto, il sindaco sceriffo ha dichiarato di volere pure querelare l'avversario. Per cosa? Per l'infame reato di vilipendio del tricolore.

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