mercoledì 16 gennaio 2008

I sapientini dicono no a Feyerabend


Come se ci fosse bisogno di una prova definitiva dello stato disarmante in cui versa l'università italiana, ecco che la cronaca ci regala una preziosa perlina. Tutti sanno della cagnara scoppiata in seguito all'invito rettorale al Papa di presenziare all'apertura dell'orario accademico. Ebbene, come solo oggi i giornali rivelano, la frase -attribuita al Papa dai docenti dissedenti- è di un certo Paul K. Feyerabend.
Feyerabend è solo uno dei tanti magnifici austriaci che che hanno condizionato il pensiero del '900. Occupandosi di epistemologia (ovvero lo studio filosofico del processo del sapere), questo studioso ha assunto all'interno del dibattito sul metodo scientifico, che si doveva confrontare con la grande rivoluzione introdotta dalla relatività einsteniana e dalla fisica dei quanti, una posizione nota per il suo radicalismo: l'anarchismo metodologico.
La soluzione di Feyerabend, quella della rinuncia ad ogni metodo, si poneva come una critica verso una scienza che assumeva sempre più le fattezze di una chiesa, con tanto di testi sacri, profeti, dogmi e, consequenzialmente, eretici. Indicativa è la sua critica al falsificazionismo, la grande colonna portante dell'epistemologia di questo secolo: esso rischierebbe di mettere alla porta teorie prima ancora di approfondirle in quanto in non coerenti con alcuni fatti rilevanti, caratteristica, a suo dire, propria di molte teorie interessanti.
Per Feyerabend l'anarchismo non era solamente il metodo più efficiente, ma anche quello più etico: liberare la scienza dalle sue briglie metodologiche significava rendere ad essa il suo significato originale, liberatorio per l'uomo che il dogmatismo e il legame con il potere (non manca nel nostro una critica politica) avevano inficiato.
E' da questa prospettiva che parte "l'attacco" di Feyerabend a Galileo: lo scienziato pisano, pur corretto nelle sue scoperte, avrebbe sacrificato alcune evidenze fisiche pur di salvare il suo metodo, nel quale la metafisica aveva un discreto ruolo tanto da far sembrare la scienza ufficiale del periodo più ancorata ad un'onestà "razionale" anche se sbagliata.
Ma chi conosce Feyarabend, ben è al corrento dell'ironia e del paradosso che, insieme all'anarchia, fanno parte del suo metodo espositivo. Galileo, pur se ridimensionato, ne esce come un eroe, in quanto -anche lui sbagliando- si oppone ai chiusi ed astratti riti del pensiero scientifico dell'epoca, erigendosi ad esempio della bontà del metodo anarchico.

Questo è Feyeraband, giudicato da 67 docenti, molti dei quali della facoltà di fisica (che in quanto tali dovrebbero avere un'infarinatura di filosofia della scienza) un reazionario oscurantista, prontamente seguiti da una mandria di imbecilli patentati.
Le cose sono due: o l'odio ideologico ha avuto il soppravvento, tanto da far sì che ben 67 luminari abbiano cercato alla rinfusa, senza controllare, una scusa per tacciare BenXVI (che peraltro utilizza Feyerabend per confutarlo) di intolleranza, o alla sapienza non vale proprio la pena di studiare.

Anche: Carlo Melina, Piccolo Zaccheo

18 commenti:

etendard ha detto...

perché concludi il post con un aut-aut? secondo me, entrambe le opzioni da te individuate sono valide in questa vicenda.
aggiungerei che un paradosso di tutta la cagnara dei 67 ignoranti non ha tenuto conto del fatto che Benedetto XVI, nel 1990, non fece proprie le parole di feyerabend su galilei. questa storia è proprio penosa!

Zambo ha detto...

scusa, ho letto il post un po' in fretta ma mi sono perso una cosa... qual'e' di preciso la frase incriminata?

Orso von Hobantal ha detto...

Beh, entrambe le cose le scrive il corriere, quindi mi sembrava un po' in più metterle. Sempre meglio correggere.
Qui la citazione incriminata di Feyerabend che, come ricorda etendard, Ratzinger critica:

«La Chiesa all'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione »

Sgembo ha detto...

Si ma secondo te il Papa pensava a queste cose citando Feyerabend?

Ed è questo il messaggio che voleva mandare? Un messaggio epistemologico contro il falsificazionismo?
(ma che ho scritto? boh!) :-))

Secondo me stai confondendo il mezzo (la cultura) con il fine (politico) di questo pontefice.

Anonimo ha detto...

Guarda che voli troppo alto...
Questi della Sapienza al massimo arrivano a capire le omelie domenicali di papa Eugenio Scalfari.

Abr ha detto...

Fin che si trattava di un carismatico pastore popolano e popolare affetto da Alzheimer, nessun problema a riceverlo, persino in Parlamento.

'Sto papa qui invece, coltissimo ex docente universitario che non lo cogli in castagna facilmente e ti mette in crisi, invece FA PAURA ai sedicenti cultori di una ragione che non dominano (perche' SO' IGNORANTI, NON STUDIANO, adorano un Dio - la Scienza, che nemmeno conoscono).

Vedi citaz. evidentemente provocatoria di Feyerabend, un relativista totale citato da un tomista aristotelico (quindi amico della ragione) come Ratzi.!
Citato non per caso, come a dire: okkio che all'estremo del relativismo ci sta anche la giustificazione del Card. Bellarmino e la condanna di Galileo!
Difatti ci sono cascati in pieno, gli ignorantoni .

A Sgembo dico: la politica e un bel po' di esposizione mediatica ce l'ha ficcata in mezzo (e fine) il Sinedrio che s'e' stracciato le vesti; Ratzinger ha solo provato a elevare il discorso mettendoci la sua cultura, ma gli asini capiscono solo i ragli, il bastone e la carota (non dico dove).
ciao, Abr

Orso von Hobantal ha detto...

Così per rispondere a chi mi ha chiesto lumi in chat: Feyerabend l'ho letto alle superiore e ho fatto finta di capirlo, all'epoca, comq stavo con Popper (il mio grande idolo di allora). Su Feyeraband posso solo testimoniare che trattavasi di persona estremamente tollerante, e probabilmente nel quote si riferiva alla condanna scientifica, non a quella penale. Detto questo, non ho la più pallida idea se le sue tesi contro il falsificazionismo siano convincenti. Di sicuro sono rilevanti, in quanto sono state prese sul serio in ambito scientifico-
Per Sgembo: Ho letto che Ratzi presentava questa frase e poi aggiungeva "ma non è una giustificazione sufficiente" o qualcosa di simile.
E' possibile che sia stato un uso un po' strumentale, o che abbia ragione Abr, in ogni caso non lo ritengo il punto saliente di questa faccenda.

Anonimo ha detto...

Premesso che non sono un filosofo, nè un amante della filosofia.
Il problema è proprio nel fatto che Feyerabend, paradossalmente, dice il vero, ma nessuno lo vuole ammettere. Come già scriveva nella sua biografia di Galilei il Geymonat, nel XVII secolo tutte le prove oggettive portate da Galileo per dimostrare il moto della terra intorno al sole erano, ahimè , false. La maggiore prova che il Nostro portava erano le maree che sappiamo benissimo sono causate dalla rivoluzione della luna intorno alla terra. L'unica prova era deduttiva: avendo osservato i pianeti medicei che giravano intorno a Giove e che la luna girava intorno alla terra, se ne poteva dedurre che un corpo di massa inferiore gira intorno ad uno di massa superiore, ergo la terra intorno al sole. Ma in realtà la vera prova del moto della terra viene fornita da Pendolo di Faucault nel XIX secolo. Galileo fa' del moto della terra di rotazione e rivoluzione un dogma assoluto, cosa che fu facilmente smontata prima dai suoi oppositori poi dal Sant'Uffizio. Il vero errore del Sant'Uffizio, nella foga della sentenza , fu di mettere il sistema tolemaico come unico vero (mentre fino ad allora si parlava di ipotesi in alternativa al copernicano).

Sgembo ha detto...

AbR:
Mah...non mi convince molto, a me il fine politico sembra evidente e quindi la protesta politica pertinente, anche se non condivisibile nei mezzi. A parte il fattore mediatico di cui il Papa non ha certo bisogno, visto che è il censurato più presente sui media della storia dell'umanità. Quindi qui potresti anche avere ragione. Ciao!

Sgembo ha detto...

(comunque questa sera ho letto alcuni brani del discorso. Mi è sembrato, tanto per cambiare, un gran bel discorso)

Abr ha detto...

Bene Sgembo.
Solo che la storia del "tanto il papa il suo bel spazio mediatico ce l'ha lo stesso", consentirai, mi par proprio debolina.
Che poi tu e altri me incluso campino lo stesso senza sentirlo, ri-consentirai, questo e' tutto un altro discorso.

Censuriamo chi e' troppo esposto (possibilmente se non la pensa come noi)? Raccorciamo chi e' troppo alto? Tassiamo chi e' troppo ricco? Multiamo chi ha i soldi anche se non commette infrazioni, che tanto puo' pagare senza problemi? (Inciso: e' esattamente come si declina il termine "recupero dell'evasione fiscale" in questo governo social popular). Etc.etc.
Se fossi Scalfari direi: io non ci sto.
Anche perche', ri-ri-consentirai, a casa mia faccio parlare chi voglio, ma quella sarebbe una "UNIVERSITAS" , pagata anche da contribuenti, come dire, lievemente cattolici.
ciao, Abr

Anonimo ha detto...

Perfettamente d'accordo con "Nuovo Medioevo".
Non sarebbe male se qualcuno si desse la briga di diffondere la vera vicenda Galileiana partendo dal Canonico (di Santa Romana Chiesa) Koppernigk e di ricordare a tutti che la vera incommensurabile grandezza di Galileo è quella di aver posto le solide fondamenta sulle quali si basa la fisica moderna.
Va solo detto che la sciagurata vicenda processuale, dovuta più a gelosie, invidie e odii interni all'ambiente accademico-politico-religioso del tempo che a motivi di ordine scientifico che interessavano a ben pochi e che sono serviti più che altro a fornirne la giustificazione, ha dato inizio alla diatriba scienza-religione che secondo il più elementare buon senso non dovrebbe avere alcuna ragione di esistere.
Va pure aggiunto, per l'esattezza storica, che Galileo, malgrado godesse della considerazione e dell'appoggio di eminenti uomini di Chiesa, non ha fatto nulla per evitarla.

Sgembo ha detto...

Capisco abr, e capisco che si potrebbe andare avanti all'infinito senza trovare soluzione.

In fondo il discorso del Papa oggi è su tutti i giornali, e poi è stato lui a rinunciare per non prendersi fischi e ingiurie. Scelta rispettabile e condivisibile ma la censura dov'è? Mi sembra un po' un insulto a chi la censura la patisce per davvero (rimanendo ai cattolici penso alla Cina).

"Anche perche', ri-ri-consentirai, a casa mia faccio parlare chi voglio, ma quella sarebbe una "UNIVERSITAS" , pagata anche da contribuenti, come dire, lievemente cattolici."

Ecco questo è il punto: di chi è l'università? Dei contribuenti, dei docenti,degli studenti o dei politici che gestiscono lo stato? Perchè se la proprietà fosse chiara non ci sarebbe stato questo casino. Alla fine vedi, è sempre tutto un problema di proprietà.

Orso von Hobantal ha detto...

Chiunque abbia avuto la sventura di presenziare al rito d'apertura dell'anno accademico sa che personaggi arrivano. Da me son passati Prodi e Giovanardi: nullità dal punto di vista accademico (e non solo) ma fanno presenza istituzzzionale.
Almeno col Papa si va abbastanza sul sicuro; è un uomo di sicura erudizione ed un testimonial eccezionale per un'università che ha esigenze anche pubblicitarie. Io posso capire che i non cristiani possano essere un po' seccati da tutto l'interesse mediatico che circonda l'ambiente vaticano ma che vada alla Sapienza a parlare ci sta, anche solo come massimo esperto di un campo culturale che, piaccia o no, interessa a molte persone.

Anonimo ha detto...

Gli accademici forse hanno fatto un errore nel citare quella frase, certo. Ce ne sono di ben piu' gravi che questo papa ha pronunciato, ma la questione credo che fosse piu' generale: quando il papa cioe' pretende che la scienza sia guidata dalla Verita'.
Il problema di questo papa e' che fa citazioni in continuazione (ecco perche' sono profondamente contrario a definirlo un fine intellettuale)
E' una citazione continua: cioe' lui usa gli autori del passato che sono piu' congeniali o vicini al suo pensiero per dire quello che vuole. Pero' ogni volta e' sottinteso, detto-non-detto. E quando gli si critica di aver detto qualcosa, la sala stampa dice che lui ha fatto solo citazioni.
Insomma sta diventando un po' come una sindrome berlusconiana. Quella per cui il giorno prima si dice una cosa, poi se fa scandalo si dice che non la si e' detta (nel caso di Berlusca e' Bondi che fa le correzioni).
A parte tutto, il discorso che e' stato dato alla lettura dei media e' palesemente un falso scritto dopo la vicenda, perche' e' pieno zeppo di riferimenti alla stessa vicenda, per passare da vittima sacrificale.
Oggi l'insopportabile Dario Fo ha scritto un pezzo in cui diceva che forse quella manifestazione e' servita a qualcosa. Perche' per la prima volta Ratzinger in un suo testo pubblico non ha offeso nessuno, ha parlato di laicita' e di rispetto delle istituzioni laiche dello stato italiano, e di indipendenza della scienza ecc.
Insomma un papa inedito che non avevamo mai letto.

Qualcosa l'abbiamo avuta quindi da questa brutta vicenda.. ;))

Abr ha detto...

Sgembo, io sono uno di quelli che crede fermamente che la res publica debba essere in primis di chi la paga.
Effettivamente gli Italiani sono un popolo di santi navigatori etc. ma soprattutto di "usucapisti": chi gestisce o usufruisce crede di essere e agisce come se fosse il proprietario.
Ergo, cicche e immondizia nel parco, graffiti sui muri, ruberie e sprechi dagli amministratori (finiamola di chiamarli politici, fa credere che debbano filosofeggiare e tavolorotondare, in realta' dovrebbero solo lavorare sudando, e tacendo, per la collettivita').

Ha ragione da vendere Giuliani: i grandi crimini li stronchi prosciugando la palude, colpendo con la massima durezza possibile i comportamenti minimamente illeciti.
ciao, Abr

marco ha detto...

mi sfugge il contributo di feyerabend alla scienza. non mi pare di conoscere nessun "teorema di feyerabend" o "legge di feyerabend", ma magari sono solo io. ho anche seri dubbi che conoscesse la differenza fra "tensore metrico" e "penna stilografica".

Orso von Hobantal ha detto...

A dire la verità un "teorema di Feyerabend" esiste ed ha a che fare con il problema dell'incommensurabilità.
Comunque stiamo parlando di filosofi della scienza, da alcuni scienziati apprezzati, da altri ritenuti inutili e dannosi.
Non per riequilibrare il tono del mio post, che metteva in evidenza la volontà di sinistri in malafede di fare solo del casino a buon mercato, ma concordo con questo articolo:

http://fainotizia.radioradicale.it/2008/01/16/il-papa-legge-feyerabend-ma-non-lo-capisce

la citazione di Feyerabend nel discorso dell'allora cardinale mi sembra decisamente fuori luogo, a prescindere dalle intenzioni di di Ratzinger. In altre parole non "strumentale", ma una sboronata sì.