domenica 27 gennaio 2008

La predica della domenica

C'ha ragione lui.
Purtroppo, negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un aumento dell'astio da ambo le parti: il mondo credente militante e il mondo ateo militante. Sul primo fronte troviamo un desiderio legittimo di conservazione culturale, minacciata dal fronte progressista che vorrebbe cambiare la società a forza di leggi positive, dall'altro la seccatura di vedere ridotto il proprio vantaggio di scelte da parte di una minoranza organizzata.
Tutti e due i gruppi sono vittima dello stesso sistema che impone le decisioni di pochi, del sistema politico, com'è noto.
I "laici" casinari se la prendono con il Papa, quando se la dovrebbero prendere con quell'amplissimo fronte di parlamentari che, in certi casi tradendo il loro mandato elettorale, vengono a patti con la lobby vaticana a Roma mentre ormai i cattoliconi sembrano divenuti esperti nel recitare il ruolo di vittime quando nei fatti ce l'hanno sempre vinta loro.
Le mie convinzioni sposano più spesso quelle dei cristiani che quelle dei laici e questo solo marginalmente per il fatto che sono cristiano anch'io.
Per quanto riguarda i DiCo, Pacs, matrimoni omosex e quant'altro, il mio è un no libertario: il matrimonio è un sacramento per molte religioni, per i laici un accordo tra persone. Si potrebbe obiettare ragionevolmente se ci fosse il divieto, in Italia di convivere con chi si vuole, se la legge, come nei secoli passati (e come in America, sulla carta) venisse a spiare quello che succede nelle camere da letto, allora sì che diritti legittimi sarebbero violati.
D'altro canto, le coppie sposate godono di privilegi che nuocciono ai single e ai non sposati. La legge italiana continua a ragionare in termini ottocenteschi, da questo punto di vista. Un esempio a caso è la (ridicola) esenzione del canone Rai di cui si è parlato un mese fa (vale solo se si è sposati).
Queste sono ingiustizie andrebbero rimosse, ma che non possono fare accettare un ulteriore intrusione dell'inadeguato apparato statale in un campo così delicato. L'ideale sarebbe abolire il matrimonio civile, farsa blasfema di un rito religioso, insieme ai tanti incentivi alle coppie e alla famiglia, ma dubito che ci arriveremo mai.
Per quanto riguarda il testamento biologico e l'eutanasia sono moderatamente favorevole, il problema è anche in questo caso di diritto positivo: come si fa a rompere i tabù che consenta di legittimare un omicidio, per quanto su richiesta?
Trovo difficile e controproducente vietare l'aborto, ma personalmente continuo considerare ridicola la sola idea di porre un limite temporale, scaduto il quale, l'ovulo fecondato diventa persona (Dio non c'entra nulla)
Di contro, la Chiesa Cattolica ha dei privilegi economici inaccettabili: gli insegnanti di religione vengono pagati da tutti i contribuenti, l'otto per mille è distribuito secondo fantasiosi criteri e non paga uno sfracello di tasse (cosa che i preti dovrebbero fare, così ci penserebbero due volte prima di predicare contro l'evasione). E poi, il papa è veramente ovunque, se ad uno non interessa non rimane che la pay-tv.
Nella maggior parte dei casi abbiamo argomenti che meriterebbero di essere discussi e approfonditi, ma che vengono molto spesso falsati da un frame, una cornice ideologica, che rischia di allontanare le già divergenti opinioni sul piano inconciliabile della fede e delle credenze personali.
Il peggio deve ancora arrivare: chi ha seguito i dibattiti presidenziali negli Stati Uniti sa che la domanda di rito, per inguaiare di norma i repubblicani, è "crede o no nella teoria dell'evoluzione"? Nessuno si sogna di domandare al candidato la propria posizione riguardo al principio di indeterminazione di Heisenberg, eppure c'entra allo stesso modo con la politica. Il fatto solo di usare il verbo "credere" in una proposizione di natura scientifica denota quanto stiamo andando fuori strada.
Per fare la morale: i temi religiosi, etici per quanto interessanti, coinvolgenti (e per quanto abbiano una soglia d'accesso bassa per entrare nella discussione, elemento da non sottovalutare) non sono fondamentali, anzi rischiano di introdurre inutili divisioni tra chi è particolarmente sensibile alla lotta per la libertà.

P.S.
Giorni fa, non so quando di preciso, il Corriere ha pubblicato il capitolo di Feyerabend sul processo a Gailelo, non disponibile nella versione italiana di Contro il metodo. Beh, non mi frega di come e perché il Papa abbia usato la sua citazione, ma lasciatemi esprimere la mia ammirazione per questo geniale pensatore, capace di un'analisi sociale equilbrata e allo stesso tempo maledettamente anticonformista.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E' ovvio che ho ragione io. :-)

LF

Orso von Hobantal ha detto...

Tautologico, direi.

Unknown ha detto...

Con prediche come questa potrei addirittura essere diposto a (ri)varcare la soglia di una chiesa.

Orso von Hobantal ha detto...

Guarda, il pulpito mi attrae.

Ma la phiga di più.