Cambierà la vita a molti, sapere quello che leggo. E' questa la funzione della simpatica colonnina che ho aggiunto qui a fianco. In verità, serve per ricordare a me cosa sto leggendo, in modo da non abbandonare libri, mia invalsa abitudine. I primi due della lista sono "Dialettica dell'illuminismo", forse il migliore tomino che due menti marxiste abbiano mai prodotto (sì è un altro di quei libri che farò finta di capire) e "Infinite Jest", romanzone avantpop di un genio vivente della letteratura mondiale. Bellissimo, ma eterno e con periodi che talvolta superano le due pagine. Ce la farò? gambling.911 mi dà 1:12.
Ieri ho finito la prima parte de La Rivolta di Atlante, il più importante romanzo di Ayn Rand, ideatrice delll'oggettivismo. Beh, non mi è piaciuto. Prolisso, pesante, con uno stile che spesso fa invidia ad Harmony. I personaggi sono legnosetti e divise in due categorie manichee: i fighi, che la vedono giusta, e i perdenti, che invece no. Dalla prima battuta che uno spara si può relegarlo eternamente nel giusto girone. Capisco che questo faccia parte del giuoco, ma per tutti i personaggi? Pollice in giù anche per le paranoie di due pagine e mezzo. Certo le fa anche David F. Wallace e Dostoevskij, ma il primo fa ridere e il secondo è russo. Che dite? Anche la Rand è russa? Touché.
Punto di forza è, naturalmente, il fine morale del romanzo. Mi avrebbe sconvolto se non l'avessi saputo in anticipo.
L'obiettivo della Rand era quella di rappresentare un mondo dove un socialismo edulcorato ha sancito la vittoria delle larve parassite su chi produce e lavora. Ricorda vagamente l'Italia? Magari. La protagonista lavora nel campo delle ferrovie e va in giro per l'America a costruire binari. In Italia non si può fare perché per legge la rete ferroviaria è pubblica, e poi comunque arriverebbe Pecoraro Scanio. Verso la fine del romanzo, viene imposto all'unico Stato con un'economia rampante, il Colorado, di pagare una tassa speciale per venire incontro alle esigenze degli altri Stati svantaggiati. In Italia funziona così dal 1861, ma non si può dire perché sennò sei razzista. In più, non c'è nemmeno il privilegio di avere una tassa col nome e cognome a questo fine, tanto è considerato pietra angolare del sistema. Le altre numerose leggi, da quella della "parificazione delle opportunità", fino al calmieramento della vendita dei libri di successo (nel nostro caso le sovvenzioni alla stampa) esistono già, seppure in forme leggermente diverse.
Verrebbe quasi da pensare che la nostra abbia viaggiato nel tempo fino nella nostra era, e che abbia preso appunti.
martedì 22 gennaio 2008
Cosa leggo
Concepito da Orso von Hobantal alle 23:16
Etichette: cazzate in libertà, libri
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11 commenti:
Se non mi sbaglio (ma forse sì), il libro "La rivolta di Atlante" è stato coglionato in una puntata della prima serie di South Park, quella dove si scopre che il poliziotto Barbrady non sapeva leggere, e viene rimandato alle elementari.
La puntata si chiude con la frase di Barbrady che all'incirca fa "Ho appena finito di leggere 'La rivolta di Atlante'. All'inizio mi piaceva leggere, lo trovavo divertente e magico. Ma ho letto fino all'ultima riga di questa cocomerata, e grazie ad essa non leggerò mai più".
In ogni caso mi piacciono le segnalazioni bibliografiche di altri blogger. Io al momento sono sul classico, con una rilettura più matura (nel senso di idee politiche meno rozze di quando lo lessi la prima volta) di Thoreau.
errata corrige: la puntata di SP cui facevo riferimento è la 2x03 "ChickenLover"
Beh, il libro dei Francofortesi mi sta veramente piacendo un sacco, tanto che lo riciclerò per un essay che preparerò da qui a breve (per ottenere una manciata di crediti, oramai siamo agli sgoccioli).
Non condivido il modus operandi del duo, ma le tematiche le considero di alto livello.
Grazie per la segnalazione, riguarderò la puntata di SP, anche quello grande classico del pensiero libertario (è la 35° o la 36° volta che lo dico?)
d'accordo su tutto!
... io ho appena ordinato il terzo tomo..... giusto finito il secondo.
Non vedo l'ora che arrivi!!
e allora non concordi sul mio parere... diciamo... stilistico :D.
Sembra che la seconda parte e soprattutto la terza siano più avvincenti, però. Spero mi arrivino a breve.
Lo stile della Rand è davvero molto pesante, devo ammetterlo. Comunque la sua filosofia politica resta probabilmente la migliore.
Mah, mischia politica ed etichetta morale, sconfina nella metafisica... come teorico minarchico preferisco Nozick...
Dici che gli autori di South Park sono libertari? :)
Non dico, è certo :D
In effetti ora molte cose tornano... Ti ricordi quella puntata in cui Stan non voleva votare il presidente, perché non voleva scegliere tra un "douche" e un "turd" (un pezzo di merda e un lavavagine?) :)
Una delle mie preferite. Ce ne sono molte altre, la prima che mi viene in mente è quella della caffetterie Strabucks in cui i quattro si schierano a favore delle multinazionali contro l'antiglobalismo che ha investito la cittadina... ma invece di tediarti ti rimando a questo: http://tinyurl.com/23hs7z che è l'articolo che fece ideazione tempo fa e a quello di Lew Rockwell da cui è stato ispirato: http://tinyurl.com/2bysna
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