venerdì 30 novembre 2007

L'antica chiesa di Petäjävesi


Quando la frustrazione e lo sconforto hanno il soppravvento, è bene riflettere sugli esempi che il passato ci porta: uno di questi ci viene dalla chiesa vecchia di Petäjävesi. Petäjävesi è il nome di una piccola città della Finlandia centrale che oggi conta 3700 abitanti, nel diciottesimo secolo poco più che un centinaio. Vivere in un posto del genere 300 anni fa non doveva essere di certo facile, il centro relativamente importante allora più vicino, Jamsa, è situato a 50 km. Jamsa era anche la sede della parrocchia a cui la comunità di Petäjävesi apparteneva. Uno dei problemi degli abitanti del villaggio era quello di andare a messa. La cosa fa certamente sorridere in un contesto, come quello odierno, dove anche i pochi praticanti pospongono spesso e volentieri le sacre funzioni, ad attività ben più secolari, tipo la palestra della domenica mattina. Allora doveva essere una cosa abbastanza sentita se la domenica, dopo 6 giorni lavorativi la gente iniziava un viaggio di svariate ore a piedi per assistere ad una cerimonia di soliti celebrata ad orari antelucani (usualmente, le 6 del mattino). "Zelanti sì, masochisti no" devono aver pensato ad un certo punto gli abitanti di Petäjävesi. E decidono di costruirsi una chiesa tutta per loro. Le cose non sono però così semplici. Richiedeva la legge che per la costruzione di un edificio sacro fosse necessaria una dispensa dal capo della chiesa di Stato (e se qualcuno osa dire che il protestantesimo è più laico del cattolicesimo gli rido in faccia), nel caso della Finlandia di allora, dominio della dinastia Vasa, sua maestà il re di Svezia.

Ma la burocrazia è sempre un brutto mostro. Il permesso regale si fa attendere ed attendere e i Petäjävesilainen si stufano di andare a Jamsa ogni festa comandata. Inizia la costruzione della chiesa, affidata al maestro Jaakko Leppänen che la tira su in tre giorni esatti. Alla fine dell'anno, il figlio di Leppanen costruirà anche la meravigliosa torre campanaria, dalle forme e dalle decorazioni decisamente orientaleggianti, collegata al corpo centrale della chiesa, una croce greca perfetta, da un piccolo corridoio. La chiesa funziona già da qualche mese quando arriva anche il vanamente atteso responso del re. Negativo.

Il resto è storia. Gli eroici abitanti di Petäjävesi se ne sono allegramente sbattuti, la lontana Stoccolma per fortuna non ha ritenuto opportuno inviare sbirri a bruciare l'opera abusiva e la chiesa, una delle poche lignee ad essere sopravissute in Finlandia, è ancora lì in tutta la sua stramba bellezza, dovuta proprio all'assenza di una pianificazione. La chiesta di Petäjävesi è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1994, ma ciò non toglie nulla al suo fascino potente e disarmante, un monumento alla buona volontà che si oppone al dirigismo parassitario. All'interno si può ancora respirare l'intenso odore del legno pinaceo e, con questo, quello di una gloriosa civiltà rurale solidale e laboriosa. Proprio lo status "illegale" della chiesa permette di ammirare decorazioni uniche nel mondo luterano. Putti incisi nell'ambone di indibbio gusto rinascimentale e un pannello ligneo che rappresenta S. Cristoforo.

Quest'ultima scelta rimane un mistero dato che semplicemente non era prassi della chiesa luterana rappresentare santi. Ma forse in quel di Petäjävesi non si voleva onorare un canonizzato (per quanto fittizio) della chiesa romana, bensì celebrare nella figura del traghettatore del Cristo, l'umanità tutta che portando il fardello della fede ricambia l'opera del Salvatore, colui che si assunse il peso di tutti i peccati. E visto quanto hanno camminato, con quel peso sulle spalle, dovevano saperla lunga.



Esterno della chiesa. In primo piano, un pirla non locale.

3 commenti:

InVisigoth ha detto...

stavo leggendo attentamente il post (mi piace sia la storia che la storia dell'arte), e l'ho trovato estremamente interessante.

Peccato che l'ultima foto mi ha distolto bruscamente dalla parentesi culturale, suscitandomi l'interrogativo "chi sarà mai il 'non locale'?"
:-)

Orso von Hobantal ha detto...

Boh, so solo che con quella faccia da schiaffi ha rovinato la foto >:\

Unknown ha detto...

Voglio difendere il tale nella foto, il quale, senza volerlo, era in totale armonia con l'ambiente che lo circonda, riproponendo a chiasma i temi cromatici che gli stanno attorno: il verde del prato, il grigioblu dello steccato e il grigiorosa dello STROSO, ehm, della stradicciola..