La legge elettorale vigente è da sola un ottimo argomento per boicottare queste elezioni. Personalmente non stravedo per la democrazia rappresentativa, ma mi piegherei volentieri al gioco, almeno per solidarietà, se solo sapessi chi cavolo poi sarà il mio rappresentante. Tanto per sapere con chi, nell'eventualità, lagnarmi, a chi spedire, nell'ordine, improperi, mail e bossoli di proiettile.
E invece no, il rito feticista del voto, grazie alla formula Calderoli, si è disvelato compiutamente: al cittadino sovrano non rimane che una croce simbolica su un altrettanto simbolico contrassegno. Con questo gesto si accetta la nomenclatura di partito, tutta in blocco. Accade così che la parte più animata della campagna elettorale consista nell'arrangiare a tavolino una serie di nomi ed accontentare tutti, in base a quanto contano. Solo mezzo secolo fa, Ernst Junger metteva in guardia da quella che definiva la "semplificazione della domanda": nella più avanzata versione del Leviatano il voto è ridotto ad un questionario con un solo quesito: sì e no.
Nel 2006, il popolo italiano era chiamato a scegliere le due coalizioni: quella buona e quella cattiva (a seconda dei punti di vista). Ora la scelta si è ampliata ma il peccato originale non viene mondato. Noi veneti e polentoni, ad esempio, abbiamo sempre avuto il problema della sottorappresentazione. Nel corso della prima repubblica la nostra regione era un ricettacolo di allogeni mossi e messi in seguito a losche trame clientelari. Poi c'è stato il breve periodo del maggioritario e continuavamo a venire gabbati nel cosidetto recupero proporzionale.
Il destino cieco ed infame ha voluto che fosse proprio uno del partito del Nord a riesumare il proporzionale, nella sua variante più deleteria ed antidemocratica e capita che in Veneto vengano eletti varesotti e livornesi e, in Emilia, messinesi veraci.
Qualsiasi sarà il prossimo governo di sicuro non potremo aspettarci grandi cambiamenti: difficilmente verrà introdotto un sistema uninominale (magari con comitati e primarie locali, un sogno). Al limite verranno reintrodotte le preferenze, che a nulla servono se non generare corruzione e si discuterà moltissimo sulle soglie percentuali. Che saranno fatte a misura delle forze presenti in parlamento. C'è chi è dentro e chi è fuori dai giochi, come in tutte le cose.
Un video di Facco che capita a fagiuolo.
E invece no, il rito feticista del voto, grazie alla formula Calderoli, si è disvelato compiutamente: al cittadino sovrano non rimane che una croce simbolica su un altrettanto simbolico contrassegno. Con questo gesto si accetta la nomenclatura di partito, tutta in blocco. Accade così che la parte più animata della campagna elettorale consista nell'arrangiare a tavolino una serie di nomi ed accontentare tutti, in base a quanto contano. Solo mezzo secolo fa, Ernst Junger metteva in guardia da quella che definiva la "semplificazione della domanda": nella più avanzata versione del Leviatano il voto è ridotto ad un questionario con un solo quesito: sì e no.
Nel 2006, il popolo italiano era chiamato a scegliere le due coalizioni: quella buona e quella cattiva (a seconda dei punti di vista). Ora la scelta si è ampliata ma il peccato originale non viene mondato. Noi veneti e polentoni, ad esempio, abbiamo sempre avuto il problema della sottorappresentazione. Nel corso della prima repubblica la nostra regione era un ricettacolo di allogeni mossi e messi in seguito a losche trame clientelari. Poi c'è stato il breve periodo del maggioritario e continuavamo a venire gabbati nel cosidetto recupero proporzionale.
Il destino cieco ed infame ha voluto che fosse proprio uno del partito del Nord a riesumare il proporzionale, nella sua variante più deleteria ed antidemocratica e capita che in Veneto vengano eletti varesotti e livornesi e, in Emilia, messinesi veraci.
Qualsiasi sarà il prossimo governo di sicuro non potremo aspettarci grandi cambiamenti: difficilmente verrà introdotto un sistema uninominale (magari con comitati e primarie locali, un sogno). Al limite verranno reintrodotte le preferenze, che a nulla servono se non generare corruzione e si discuterà moltissimo sulle soglie percentuali. Che saranno fatte a misura delle forze presenti in parlamento. C'è chi è dentro e chi è fuori dai giochi, come in tutte le cose.
Un video di Facco che capita a fagiuolo.
2 commenti:
'zzo, ovunque mi giro trovo uno jungeriano
E' perché il bosco è sempre e dovunque, basta saperlo cercare.
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