sabato 14 giugno 2008

Pinta di Guinness per tutti


A poche ore dal risultato politico più bello e importante degli ultimi anni, è una soddisfazione leggere le reazioni del nemico mainstream. Già ieri La Repubblica metteva in evidenza il blog di Andrea Bonanni dov'era apparso il post "Le contraddizioni della democrazia". La contraddizione, per Bonanni, è in realtà solo una, molto semplice e poco originale (la Repubblica, non quella di Scalfari, ma di Platone è datata 390 a.C.) democrazia vuol dire governo del popolo (o della maggioranza, per precisione), ma troppe volte il popolo è troppo stupido per scegliere. Vedere demmoggratigi ridotti a scrivere questo è sempre una gioia per il cuore. Dice ancora Bonanni:
I no, tutti insieme, arrivano al massimo allo 0,25 per cento della popolazione dell’Ue. Ma hanno il potere di bloccare una decisione presa da 27 governi liberamente eletti e già ratificata da 18 parlamenti in rappresentanza di centinaia di milioni di cittadini.
La vera domanda è contenuta nello stesso paragrafo. Perché i governi e parlamenti "liberamente eletti" quando si tratta di Europa finiscono per prendere decisioni sistematicamente contrarie a quelle dei sudd... pardon... cittadini che governano? Non dovrebbero, così in teoria, rappresentarli? Perché mancano alternative allo sfacciato ottimismo europeista?
Invece accade che la Francia (i cui cittadini hanno respinto la costituzione europea) si sia sbrigata a chiedere la ratifica del trattato (che ribadisce quanto scritto nella precedente costituzione) in quattro e quattr'otto senza consultare la plebe, e lo stesso si accingono a fare i Paesi Bassi. Ma sono governi "liberamente eletti". Tutto questo va benissimo, oro colato per i feticisti della demmoggrazzia, come l'oppionionista di Repubblica, i dipendenti da A. Spinelli e il Presidente della Repubblica Eurocratica Italiacana, che, con una gaffe indecorosa, riportata con nonchalanche dalla propaganda mezzo stampa, vorrebbe cacciare la Tigre Celtica dall'Europa.
Lo stesso per dire la verità sarebbe accaduto se anche l'Irlanda avesse ignorato l'inutile trafila referendaria: il governo ha fatto attivamente campagna per il sì, 90% dei partiti era a favore, l'unica eccezione: lo Sinn Fein, il partito di sinistra (oggi per la stampa italiana "nazionalista") che di solito prende tra il 3 ed il 6% di preferenze.
Sostiene sempre Bonanni (e lo riprende il noioso Venturini sul Corriere) che la gente non dovrebbe votare per cose che non capisce (perché, quando si tratta delle politiche, tra finanziarie e modifiche alla costituzione son tutti professori, vero?).
Ammettiamo che gli Irlandesi non abbiano avuto il tempo di leggersi le 273 pagine tra dichiarazioni e protocolli, di non apprezzare la clausola di solidarietà o la tassa europea contro il riscaldamento globale, beh, è davvero tanto difficile farsi un'idea quando le meraviglie dell'UE sono tutti i giorni sotto i nostri occhi? Quando, per dirne una, non ci è permesso di vendere più del 51% del fabbisogno nazionale di latte? Un cartello del comitato per il no affisso per le strade di Dublino diceva: meno competenze, più tasse. Direi che hanno capito benissimo.
La prossima mossa dell'europorcile sarà quello di escogitare qualcosa per fottersene del voto irlandese, magari pensionando l'inutile clausola dell'unanimità. Solo allora la democrazia che piace a Bonanni e agli altri, quella che impone la volontà dei lupi sugli agnelli, sarà finalmente degna del suo nome.

Bias

1) E' scoppiata la caccia ai "fannulloni". Di questi tempi, quasi una notizia al giorno. Poliziotti che sciano con l'ernia al disco, impiegati ballerini e via dicendo. Ma quelli più insospettabile sono i cosidetti "assenteisti", cioé coloro i quali non hanno nemmeno bisogno di un certificato medico, per quanto fasullo. Ieri è stato il turno della moglie di un boss della 'ndrangheta (e qui mi vien da ridere, perché per una certa vulgata televisiva i lavoratori statali vengono denominati "servi dello stato", in questo caso in palese conflitto di interesse) impiegata al catasto che aveva sempre il cartellino magicamente timbrato. Tempo addietro, via radio, avevo sentito il caso di un "dirigente che si dedicava allo sport e allo shopping anziché essere correttamente al posto di lavoro". Lo avrebbero specificato solo più tardi, il tizio lavorava in un'amministrazione provinciale. Ma non c'erano dubbi che il suo impiego fosse statale. In che azienda, infatti, sarebbe stato possibile che un dipendente importante sparisse regolarmente? Evidentemente il lavoro del dirigente in questione è inutile. In casi come questi la truffa è già avvenuta prima, "creando" posti di lavoro non richiesti (a spese dei contribuenti).

2) In un sistema di sanità privata, il cliente-paziente ha l'onere del pagamento, a meno che intervenga come mediatrice una società di assicurazione. Anche in questo caso, tale società, vivendo di profitto dovrebbe assicurarsi di non spendere i suoi soldi inutilmente. Medici e chirurghi privati potrebbero comunque essere tentati da cercare di arrotondare in qualche maniera, ma operazioni non richieste sarebbero comunque parzialmente a loro carico. Accade, però che una clinica privata, ma che in realtà sopravvive grazie agli accordi con la regione Lombardia, decida di truffare stato e cittadini inventandosi (e purtroppo realizzando) operazioni inutili. Dando il giusto peso alle responsabilità individuali, si può asserire, che anche questa volta lo stato si è rivelato essere un grande turbatore della meccanica di mercato, che di per sé incentiverebbe molto di più alla responsabilità individuale (non ultima quella del paziente, qui non soggetto a pagamento).
Invece no, per la gran parte degli italiani la colpa è "del sistema privato e delle logiche del profitto."

3) A Mestre sta per essere costruito un nuovo campo per la comunità dei Sinti residenti in città. Alcuni cittadini si oppongono in nome di una dovuta precedenza "italiana" al "diritto alla casa. I sostenitori della politica del sindaco Cacciari, la Chiesa Cattolica e i centri più o meno sociali sostengono che si tratterebbe di un'inqualificabile comportamento intollerante nei confronti di gente che vive a Venezia da più di 40 anni. Nessuno dice che proprio perché ci sono da quarant'anni, parlano perfettamente o quasi l'italiano, essi abbiano, a differenza di altri, il diritto di vedersi sistemati dal comune. Delle due l'una: o privilegiati, o incapienti.

lunedì 9 giugno 2008

On fìo-o solo e anca ébate

Mi arriva questa mail divertente con le tipiche frasi che un genitore veneto suole ripetere al proprio figlio in modo da frustrarne lo spirito ribelle adolescenziale. Non si tratta di luoghi comuni, testimonio che almeno una decina mi sono state rivolte personalmente e tutte le altre le ho sentite proferite dai "veci" di miei amici (ero presente, lo ribadisco). Quelle me le sono risparmiate perché più di tanto non ho mai bevuto, né fumato. Non sono figlio unico ma è possibile che abbia sentito pure quella del titolo, almeno fino ai 7 anni :D.

  • Bocia, gambe in spàea e caminare!
  • Vara che te scavesso e gambe sora i danoci...
  • Vara che te cambio i conotati!
  • Vara che quea xè ea porta...
  • Mi a to età saltavo i fossi par longo!
  • Mi a to età jero xà stufo de lavorare
  • Desso ti te ve farte el libreto de laoro!
  • Tajate i caveji che te fe afàno!
  • Tajate i caveji che te ghe i peoci co a patente ormai...
  • Te vorìa on poca de russia a ti...
  • Xè mejo che te scampi co tute e gambe che te ghe...
  • Te poi piansare in greco, tanto no teo compro.
  • No sta strassinare i pìe.
  • No sta savatàre.
  • No sta fare che vegna là to pare!
  • Omo avisà ......TUTO salvà!
  • Vara che te sì in oro...
  • Vara che te riva na man roersa!
  • Vara che te meto in coèjio!!!
  • Questa xè a casa dea asagna.... Chi che no laora no magna!
  • Gheto proprio ciapare esempio dai pì stupidi.......
  • Bon da gnente come el paltan!
  • Varda el trio paloma: dò inseminii e uno in coma!
  • Magna e tasi!
  • Vergognate che xè ora!
  • No te te vergogni mia!!!
  • Dai, disi qualcosa!!!!!.. Prova parlare se te ghe corajo!!!
  • Ma sito inseminio!
  • Stame distante...
  • Vàrdama co te parlo!
  • Va via prima che te copa!
  • Gheto sentio queo che te go dito!!!!
  • Xè soeo che i criminai che sta in giro a note...
  • I to amissi no ga mia na fameja?
  • Ma mi credito che fabbrica i schei de note?
  • Gheto fumà ea droga?
  • Jèrea aranciata quea che te ghe vomità sta note?
  • A te me pari spirità!
  • Varda che luni xè un giorno lavorativo.
  • Va in stramona!
  • Varda che giro el manego dea scoa
  • Come che te gò fato te desfo
  • Varda che me cavo nà savata
  • Gheto bisogno de un moreto che te staga drio e che'l rancura e strasse ?
  • Te sito petenà?
  • Varda che te tendo
  • Te pare e ore de rivare ?
  • Te vedarè quando che no ghè sarà più ea serva
  • Cò moro mì te mori dala fame
  • Và pian co chea moto
  • Vèstate che te ciapi el snaro
  • Cavate e scarpe prima de n'dare sù pae scae
  • Ancora te cambito ?
  • Almanco ea roba onta butea lavare, te ghè strasse dapartuto in camara
  • Come che te vè fora dala porta a buto un fuminante in te chea camara
  • N'antro paro de scarpe te te sì comprà ?
  • Faremo nà camara solo pae scarpe
  • Non stà bevare vin a stomego vodo (riferio al spriss in bar)
  • Cossa veto fare in te chel bar pien de onti semrpe coa cica in boca?
  • Te pari bon ala to età farte vèdare là da tuti quei che me conosse....
  • Co te passi là davanti te senti sempre nà spussa..ma cossa fùmei?
  • Cò chee quatro sbuderate coj fioi all'asìo e ore in bar co goto da nà parte e cica da staltra
  • Co vien casa to pare gheo digo
  • Non xè miga ora che te vaghi lavorare?
  • Sbassa chea teevision senò fasso dò tochi.
  • A gò un fiolo solo e anca ebete!!!

sabato 7 giugno 2008

I perché di Bob Barr

Succede che un tizio di nome Bob Barr ha vinto le primarie del Partito Libertario. Questo fatto ha causato qualche polemica tra militanti, curiosi e simpatizzanti perché Bob Barr, per convinzioni e storia personale non è un libertario, ma un conservatore piuttosto intransigente, gravitante fino all'altro ieri nella destra repubblicana. Ci sono due perché legati a questa scelta: il primo è che sono anni che il partito libertario ottiene risultati imbarazzanti (in molti casi superato dai Verdi e da American First), il secondo è che deve tenere conto dell'effetto Ron Paul. Con Bob Barr, da questo punto di vista, si piglierebbero i proverbiali due piccioni con la stessa fava. Ben diverso dai "professorini" libertari modello (fiscal conservative, social tollerant, una filosofia che comunque incarna il suo collega di ticket, Wayne Root, candidato alla vicepresidenza) questo ruvido conservatore potrebbe avere un seguito e drenare i voti dei repubblicani delusi dalla nomination di McCain. Barr inoltre è uno dei pochi (con Goldwater jr) che dal Gop ha appoggiato la candidatura di Paul con cui può vantare di condividere una determinata "vision". Ma va sottolineato che, purtroppo, Barr non vanta un pedigree intatto come il dottore: si è schierato più di una volta a favore delle war on drugs (motivo per cui Paul lasciò il partito nel 1984) ed ha votato in favore di provvedimenti particolarmente illiberali (tra cui il Patriot Act).
Per altri critici, la nomina di Barr sarebbe indice del declino dell'indipendenza del Partito Libertario, ormai infestato da conservatori e pure da democratici delusi (indicativamente, Barr si trova ora a condividere lo stesso partito di quel Mike Gravel della sinistra democratica, il pacifista che sfidò Hillary e Obama per la nomination).
Fattosta che il LP sembra stavolta aver fatto i conti giusti, dato che un sondaggio di Rasmussen Reports lo dà al 6% nazionale. Con questa cifra si candida a fattore sconfitta per McCain, proprio quello che il Partito Libertario spera di diventare.

Anche su: Buraku, Niccolò c/o Policentric Order, Sgembo, Steppen c/o POL

mercoledì 4 giugno 2008

Gratta Robin Hood e troverai lo Sceriffo di Nottingham

Quando un'iniziativa viene giudicata buona e doverosa "dall'intero arco politico", apprezzata "dalle istituzioni europee", vista con favore dagli "esperti di settore", allora ci sono pochi dubbi che sia una cazzata col botto. La controprova può essere raggiunta in laboratorio, verificando che un numero di idioti a piacere si trovi concorde durante una puntata di Porta a Porta.
La Robin Hood tax non fa eccezione, anzi può essere indicata come un esempio paradigmatico di questo fenomeno. Ad un'analisi superficiale l'idea di tassare tanto pochi soggetti che godono di profitti elevati per favorire i poveri può sembrare buona e perfino morale, tanto da far abbassare la guardia a liberisti conclamati come Oscar Giannino. Le ultime argomentazioni del direttore di Libero Mercato hanno un che di inquietante e sembrano profondamente influenzate dalle convinzioni dell'attuale ministro dell'economia. Si tratta dell'argomento "della Paura e della Speranza", persuasiva retorica socialista rivolta ai destrorsi.
Il libero mercato finora è sempre andato bene. Tuttavia adesso ci troviamo in un momento particolare che ha sconvolto il paradigma liberale. Questo obbliga il governo ad intervenire per riparare a delle ingiustizie che inevitabilmente si generano.
I meno sprovveduti si accorgeranno che questo argomento è in realtà vecchio quanto l'attuale concetto di Stato. Per gli interventisti c'è sempre un momento particolare e non c'è ragione di considerare quello attuale più atipico del panico del 1819, della depressione del '29, del dopoguerra, della crisi del petrolio. Tutti momenti storici che hanno visto grandi interventi governativi, giudicati in seguito negativamente da quelle stesse personalità che ora, senza motivo apparente sembrano abboccare a Tremonti.
Giannino ieri ha fatto notare che "l'attuale momento economico", pur nel complesso negativo, favorisce innaturalmente realtà come la grande finanza, gli istituti bancari, le compagnie petrolifere. Come se non bastasse -ha aggiunto- le suddette realtà pagano in termini di aliquote reali molto meno delle persone fisiche o delle piccoleemedieimprese.
In un regime ad alta fiscalità -argomenta Giannino- una tassa mirata a petrolieri e banche, non è malvagia, anzi può rendere l'ordine delle cose più giusto.
Questo argomento forse non è sbagliato, ma è sicuramente insufficiente. Si può obiettare infatti che i meno abbienti trarebbero più beneficio da una diminuzione dell'aliquota visto che questa disparità non è conseguenza di una data situazione economica, ma di una precisa politica. E volendo scavare più a fondo perché esiste questa precisa politica? E' frutto di un disegno deliberato? Probabilmente no, forse banche e finanza globalizzata, sono semplicemente soggetti più difficili da tassare a causa di determinate scappatoie giuridiche. Ma se questo è vero ecco che la Robin Hood tax potrebbe rivelarsi inefficace, forse a spese dello stesso cittadino mediante un aumento del prezzo dei carburanti.
Generalizzando con un certo margine di errore, comunque non maggiore a quello delle banalità di Tremonti, si può giustamente supporre che in realtà non è la data situazione economica a generare una situazione di svantaggio per fasce meno ricche e tutto sommato produttive, ma che è l'azione dello Stato, lo stesso che ora vorrebbe "salvare la giornata", a renderle meno competitive attraverso la tassazione.
La Robin Hood Tax, ben lungi da essere una buona idea, è populista perché offre una soluzione sbagliata ma utile a portare consenso, diseducativa perché abitua la gente a pensare che rubare è lecito entro certi termini e dannosa in quanto parte di un circolo vizioso che tende a fare sempre più danni e a richiedere sempre un maggior intervento. E' incredibile che Giannino non se ne sia accorto, a meno che il desiderio di difendere comunque il governo non sia in lui prevalso.


sabato 24 maggio 2008

Pillole dello sceriffo Bell

"Nella costituzione dello Stato del Texas non sono indicati i requisiti per fare lo sceriffo. Neanche uno. E non esiste una legislazione della contea, Immaginatevi un mestiere dove uno ha pressapoco la stessa autorità di Dio e non deve possedere requisiti particolari e ha il compito di far rispettare leggi inesistenti, e ditemi se non vi sembra strano. Perché secondo me lo è. Funziona? Sì. Il novanta per cento delle volte. Ci vuole molto poco per governara la gente per bene. Molto poco. E la gente cattiva non si può governare affatto. O perlomeno non mi risulta ci sia mai riuscito nessuno".

"Loretta mi ha raccontato di aver sentito alla radio che una percentuale di bambini in questo paese viene allevata dai nonni. Non mi ricordo quant'era. Ma mi è sembrata proprio alta. Figli che i genitori non volevano tirare su. Ne abbiamo parlato, io e Loretta. E abbiamo pensato a questo: quando arriverà la prossima generazione e neanche quella vorrà tirare su i propri figli, allora chi ci penserà? I loro genitori saranno gli unici nonni disponibil, e neanche loro vorranno tirarli su. Non abbiamo saputo dare una risposta. Nei giorni buoni mi dico che c'è qualcosa che non capisco o che non metto in conto. Ma quei giorni sono rari. Certe volte mi sveglio in piena notte e mi sento sicuro come la morte che solo la seconda venuta di Cristo potrà fermare questo andazzoo. Non so a che serve stare svegli a pensarci. Ma mi capita."

"Ecco, un paio di anni fa io e Loretta siamo andati a una conferenza a Corpus Christi e io mi sono ritrovato seduto vicino ad una signora, la moglie di non so chi. E continuava a parlare della destra che aveva fatto quest'altro. Non sono nemmeno sicuro di avere capito qual era il punto. La gente che conosco io, perlopiù è gente comune. Persone semplici, come si suol dire. Io gliel'ho detto, e lei mi ha guardato strano. Pensava che ne stessi parlando male, ma ovviamente nel mio mondo è un gran complimento. E ha continuato con la sua filippica. Alla fine mi ha detto: Non mi piace la direzione in cui sta andando questo paese. Voglio che mia nipote sia libera di abortire. E io le ho risposto guardi signora, secondo me non si deve preoccupare della direzione in cui va il paese. Per come la vedo io non c'è il minimo dubbio che sua nipote potrà abortire. Anzi le dirò, non solo sarà libera di abortire, ma sarà anche libera di mandarla al Creatore. E in pratica il discorso è finito lì."

"La gente dice che è stato il Vietnam a mettere in ginocchio questo paese. Ma io non ci ho mai creduto. Questo paese era già messo male. Il Vietnam è stato solo la ciliegina sulla torta. Non avevamo niente da dare a quei ragazzi da portarsi dietro. In pratica se li mandavamo senza fucili era la stessa cosa. Non si può andare in guerra in quel modo. Non si può andare in guerra senza Dio. Io non so cosa succederà quando arriverà la prossima. Non lo so proprio."*

"Io gli ho risposto che una volta un avvocato mi aveva detto che all'università cercano di insegnarti a non pensare a cosa è giusto e a cosa è sbagliato ma solo a seguire la legge, e che però questo discorso non mi convinceva tanto. Lui ci ha pensato un po', ha annuito e ha detto che più o meno era d'accordo con quell'avvocato. Che se uno non segue la legge, il giusto e lo sbagliato non lo possono salvare. E a me questo sembra una cosa sensata. Ma non basta a farmi cambiare idea. Alla fome gli ho chiseto se sapeva chi era Mammona. E lui: Mammona?"

"I guai cominciano quando si iniziano a passare sopra alla maleducazione. Quando non si sente più dire Grazie e Per favore, vuol dire che la fine è vicina. Le ho detto: E' una cosa che va a toccare ogni strato sociale. L'ha sentita questa espressione, no? Ogni strato sociale. Alla fine si arriva a quella sorta di crollo dell'etica mercantile che lascia la gente morta ammazzata in mezzo al deserto dentro una macchina, e allora è troppo tardi.
Lei mi ha guardato un po' strano. E allora l'ultima cosa che le hio detto, e forse avrei fatto meglio a stare zitto, è stata che non si può mettere su un traffico di droga senza i drogati. Un sacco di drogati si vestono eleganti e hanno anche dei lavori ben pagati. Le ho detto: Magari lei ne conosce perfino qualcuno"

*Questa è un'affermazione del padre di Llewelyn Moss.

Da: Cormac McCarthy Non è un paese per vecchi, Einaudi. Traduzione di Martina Testa

domenica 18 maggio 2008

Portishead - The Rip

sabato 10 maggio 2008

Una barzelletta di quand'ero bambino.

"Qual è il partito politico più antico del mondo?"
"Quello socialista. L'ha fondato Alì Babà ed ha avuto subito quaranta iscritti".

mercoledì 7 maggio 2008

La Svervegia patria della libertà di stampa.

Vorrei mettere in chiaro che io non sono qua per sfatare ogni mito sulla civile Finlandia (cosa impossibile, del resto), mi difendo solo da chi vuole, insensatamente, usare tale mito per alzare le tasse in Italia.
Del resto, tirarlo fuori a caso, come la proverbiale Spagna di Zapatero, non è che aiuti. Si potrebbe inventare una nuova fallacia retorica, l'argomento ad finnicum.
Visco sbatte i schei di ognuno online? Fa come in Finlandia. Quindi non può essere una cazzata.
Marco Travaglio da Santoro la settimana scorsa era impegnato nella solita, noiosa solfa di quanto schifo fa l'Italia e grazie a Dio una volta tanto c'era Sgarbi ad interromperlo. Ad un certo punto dice "se Grillo facesse i suoi discorsi..." Dove? In Svizzera? In Belgio? Alle isole Figi? "...in Finlandia, negli Stati Uniti, o in qualche altro paese normale".
Eccolo lì, a tirar fuori la Svervegia. In primo luogo: la Finlandia non è un paese normale. La Finlandia ha meno di dieci volte gli abitanti dell'Italia che, se fossi un giornalista figo come Travaglia, paragonerei a realtà più complesse come Regno Unito, Francia o Germania.
Questo vuol dire che in pratica non succede nulla. Non so se Travaglio abbia mai visto l'unica testata nazionale, l'Helsingin Sanomat. Una quarantina di pagine, la prima coperta interamente dalla pubblicità, tantissimo spazio alla cronaca estera e all'hockey. Prezzo: tre euro. Per carità non ci sono contributi statali e questo sicuramente il primo punto a favore di una stampa libera. Togliamoli anche all'Unità.
A dire il vero, tempo fa è accaduto uno scandalo, di cui si è parlato anche in Italia. Si è scoperto che un ministro aveva inviato sms erotici ad una spogliarellista. Beh, anche da noi si è saputo di Sircana grazie ai giornali, la differenza è che il finlandese si è dimesso, l'italiano no. Ma non sembra sia una faccenda di giornali.
Dove vivo la testata locale, che copre una zona di 200.000 abitanti, è deprecata da molti. Molti studenti (tendenti a sinistra) si lamentano che il quotidiano è ostaggio del Keskusta, il partito predominante nella regione; che è biecamente conservatore e che non la racconta giusta. Saranno pure di parte, dei piccoli Travaglio, ma non vedo perché non prendere in considerazione la loro opinione, dato che non capisco il finlandese abbastanza da leggere un giornale. Quanto all'Hesari (come viene chiamato familiarmente l'HS) viene di norma accusato di propagandare l'entrata del paese nella NATO.
Travaglio cita anche gli Stati Uniti d'America, così è più bipartisan. Peccato che l'ultima volta che abbia studiato i media americani sia stato sul manualetto per l'esame di stato. Se, seguendo il consiglio del suo amico Grillo, si facesse un giro su internet, scoprirebbe che ci sono moltissimi americani che si lamentano dell'informazione di regime di CNN e Fox News per dirne una.

Per dirne un'altra: che genere d'informazione libera vuole Grillo? Quella in cui un cronista, dopo aver chiesto un parere a Veronesi sugli inceneritori, lo contraddice portando dati trovati su internet? Ma se glielo chiede, sarà perché al pubblico interessa sapere il parere di Veronesi, non di un giornalista militante che fa gli scoop grazie ad Internet. Si vede che per Grillo, i giornalisti devono essere degli Emili Fede al contrario, non so che dire.

martedì 6 maggio 2008

Il solo e anche unico episodio che mi abba fatto esclamare -benché interiormente- ohilà che tipacci che ci sono a Verona

Era un'afosa sera di primavera (a Verona c'è sempre afa) dell'anno 20... . Assieme ad un paio di fellow mi recavo a Piazza dell Erbe dove la peggio gioventù aspettava di consumare lo spritz al Mazzanti. Quattro anni a Verona e non avevo mai partecipato a questo insano rito collettivo, sarà stato il prezzo, sarà stato il fighettume, sarà stato che non bevo quasi nulla di alcolico.
Mancavano pochi metri, si era pressapoco davanti quel capolavoro del gotico fiammeggiante che è la chiesa di S. Anastasia, quando una mercedes che faceva di tutto per apparire lussuosa sgomma rumorosamente per il viottolo ad una velocità impressionante per una ZTL.
A quella vista, il vostro affezionatissimo, già preda dell'euforia paradossa dovuta ai frizzi e lazzi della comitiva, scuote ripetutamente la testa, una posa quantomai idiota, e dice (nota bene, non urla): "Vai, vai, vai!".
Inaspettatamente l'autista ingrana la retromarcia e, sempre di gran carriera raggiunge il punto dove eravamo, abbassa il finestrino ed urla (non dice, nota bene): "Ehi figlio di puttana, volevi sfottermi?". Sorpreso, tento di andare avanti ignorandolo: "Dico a te, faccia di merda. Devo scendere ed ammazzarti di botte". Al che mi vedo costretto a rispondergli: "non ho nulla contro di te, stavamo solo scherzando tra noi." "Cerca di scherzare meno, pirla" mi risponde di botto "la prossima volta parte qualche dente".
Mi ricordo di aver cercato invano qualche elemento che potesse ricondurre all'appartenenza a gruppi estremisti, ma non ne trovai nemmeno l'ombra, neanche l'adesivo del Fronte Veneto Skinheads. I capelli non erano rasati, ma lunghi e fluenti. L'amico non aveva neppure la scusa dell'ebbrezza, anche se non mi sento di escludere che fosse eccitato a causa di qualche altra sostanza. Un ultras? Difficile a dirsi. Un pericoloso immigrato clandestino? Naah.
Non credo occorrano simili contestualizzazioni per diventare bulli, piuttosto è il contrario. Un bullo amerà sfogare la sua bullagine allo stadio contro un nemico comodo come il tifoso avversario. Un bullo potrà unirsi a gruppi di estrema destra per trovare altri amici bulli. Piuttoso è la violenza a richiedere una giustificazione, per quanto assurda che sia.

domenica 4 maggio 2008

Anche questo è awareness culturale

Per i giocatori di Civilization 4 ecco un mod amatoriale particolarmente interessante uscito oggi: la repubblica veneta.
Ed ecco nella sua maestosità il serenissimo doge Enrico Dandolo:


La meraviglia, la basilica di S. Marco:


E adesso aspettiamo di batterci contro questi :D

Zambo

giovedì 1 maggio 2008

Strettamente personale

Tempo addietro, quel gran bollettino sul declino della civiltà occidentale che è internet mi informava dell'esistenza di un nuovo inquietante personaggio: il seduttologo. La sua rubrica epistolare contiene perle di comicità collaterale (nel senso che non è totalmente involontaria) notevoli. In particolare mi colpì una mail anomala, di un certo Giorgio:

Inviato: martedì 26 giugno 2007 2.04
A: carlo
Oggetto: figa

Ciao Carlo,
forse mi sono rotto il cazzo di farmi diete e lampados... avrei bisogno di "sistemarmi"...
Dici che è possibile, secondo te, trovare una tipa abbastanza affidabile, con dei valori di base, in Ucraina? E' stato un mio amico più vecchio di me a darmi questo consiglio. vorrei portare a casa una bella figa... is it possible?
Ho un carattere pigro e non mi va di sbattermi continuamente alla ricerca di gnocca. Nello stesso tempo mi piace la picka!
Distinti saluti.
Giorgio

Il Seduttologo risponde:
Caro Giorgio,mi deludi.
Sei un abbonato GS (!) ed hai fatto pure un corso Diamante (!!).
Ed ora ti vuoi sistemare!Durante la Diamante a Vilnius (!!!) non mi hai dato l’impressione di volerti sistemare.Cosa è successo? (continua)

Incredibile, al contrario delle numerose dritte per seduttori, che ben spiegano lo sputtanamento del maschio italiano all'estero, questa mail mi ha positivamente colpito. Di per sè l'idea, depurata dalla rozzezza dell'amico Giò non è così malvagia. Voglio dire anch'io penso al mio futuro e avere una compagna e dei figli è una buona base per non sclerare. Visto il mio attuale scettecismo sulla possibilità di trovare l'unione ideale, il completamento a vicenda, l'altra metà della mela e balle cristo-platoniche allegate, penso che il matrimonio per corrispondenza potrebbe essere una soluzione onorevole, prima di gettare la spugna. Soprattutto con un'ortodossa proveniente da qualche area rurale dell'Est,probabilmente con otto figli di un precedente matrimonio da cui è rimasta vedova, a 22 anni, per colpa della cirrosi epatica. Se a lei va bene, son contenti tutti.

Ho esposto questa mia teoria ad alcuni amici che frequento qui in Finlandia. Brave persone, anche se decisamente politically correct. Per spezzare la cupola del buonismo avevo già fatto il discorsetto classico che se tutti portassero armi da fuoco il mondo sarebbe più sicuro. Mi hanno guardato come un criminale. Dopo il discorso della mugliera kirghiza hanno cambiato la modalità visiva in pazzo criminale alieno. Non dico che sia l'ideale, anzi convengo che è piuttosto squallido, ma lo è anche rimorchiare al club, rigorosamente ubriachi, con la musica a palla urlando: "Sooono Faabiooo. Cercooo unaaa donnaaa". Che è quello che fa la maggior parte della mia generazione.

Dall'altra parte, forse i finlandesi necessiterebbero di qualche consiglio del seduttologo. Una ragazza locale, appetibile, mi raccontava l'ultimo abbordaggio made in Jyvaskyla. Un tizio gli si è proposto più o meno in questa maniera: "Sono Pekka, trasporto legname, guadagno 30.000 € all'anno. Siccome trasporto legname ho anche una macchina grossa e figa sulla quale metto il legname". Voglio spezzare un tronco a favore di quest'uomo. Innanzitutto è sincero, mettendo al bando le stantie ipocrisie che si celano dietro al prova e fuggi. In secondo luogo invece di imbonirla con puttanate è stato concreto, mostrando di avere valori familiari, per quanto poco visibili. Infine, trasporta legname.Ma forse non sarei un padre adatto coi tempi che corrono. Mi dicono che è uscito un articolo sul Corriere Vicentino (uno di quei giornali di stampa alternativa, che fanno inchieste scottanti su quanto scopa e sniffa la gente, perché se le fanno sull'amministrazione locale - e c'è materiale - si beccano una di quelle denuncie che il giornale finisce lì) in cui una sedicenne di Chiampo viene presa come emblema della "generazione sex". La squinza in questione, collaudata dal cugino poco più che dodicenne (e d'ora in poi mi sentirò autorizzato a definire Chiampo una zona culturalmente arretrata, non che prima non lo facessi), già passata per l'aborto, a quanto pare se la spassa con molti, anche contemporaneamente. Molto spesso se ne va a Vicenza, dove frequenta la comunità di colore perché "più aperta mentalmente" (la battuta se la faccia da solo il lettore).

Sto divagando. Quel che è certo è che come padre sarei il più austero figlio di puttana del XXI secolo. Forse a mia figlia sarebbe concesso uscire la sera poco prima della maggiore età, con il coprifuoco verso le dieci. Io la aspetterei in veranda con il fucile (in mancanza di veranda, mi consolo con il balcone). Le seguenti categorie di persone che si azzarderanno ad accompagnarla sono avvisate che sparo a vista:

- qualsiasi persona vestita in maniera che non ritengo "normale" (ho una visione molto ristretta e conservatrice del concetto di normale, che esclude i strassoni come quelli che si mettono la giacca e la cravatta a 17 anni).

- qualsiasi persona con bizzarri tagli di capelli, e vale il discorso sopra. I rasta si beccano una razione aggiuntiva.

- qualsiasi persona che dà adito a pensare di appartenere ad una tribù metropolitana, metrosexual, goths, metallari, truzzi.

- qualsiasi persona i cui tratti somatici mi diano a pensare che sia dell'Oltrepò pavese, o di qualsiasi oltrepò. Non è razzismo, è localismo chauvinista, tutti quelli che se ne vanno dal loro luogo d'origine è più facile che abbiano qualche problema, penserei lo stesso se fossi un meridionale e ce l'avrei tutto il giorno coi polentoni e i bauscia (questi ultimi sono naturalmente aggiunti alla lista).

- gli studenti di medicina, che sono in grado di riconoscere ad un miglio. Forse non lo sapete, ma tutti gli studenti di medicina sono psicopatici e frustrati. Perché uno di loro metta le mani su mia figlia, lei deve stare molto male.

- i comunisti, un evergreen.

- in poche parole: "gli altri".

Scena: mia figlia entra con un tipo a prima vista decente (non gli ho sparato). Sotto l'aspetto curato ma non troppo da studente laborioso si cela un pizzetto timido che il mirino ottico della mia Winchester non aveva notato. Pessimo segnale.

Figlia: “Padre, questo è Kevin, studia Comunicazione Multimediale, oltre a fare molto volontariato”
Kevin (educatamente) : “Buonasera, ma non faccio niente di che. Insieme ad un altro gruppo di studenti gestisco uno spazio d’incontro per i giovani che..."
Io: “FUORI DALLA MIA PROPRIETA’"

Questa è solo fiction, naturalmente. Nella realtà la discussione non sarebbe andata oltre “Kevin”.
Per un padre le figlie non crescono mai. Ma arriva il giorno che i nostri tesori vadano per la loro strada, con la loro nuova famiglia. Quel giorno, da padre, saprò cosa dire.

<Io: “Figliola, questo è Pekka. Trasporta il legname”.

All'ideazione di questo testo ha collaborato Rima.