sabato 14 giugno 2008

Bias

1) E' scoppiata la caccia ai "fannulloni". Di questi tempi, quasi una notizia al giorno. Poliziotti che sciano con l'ernia al disco, impiegati ballerini e via dicendo. Ma quelli più insospettabile sono i cosidetti "assenteisti", cioé coloro i quali non hanno nemmeno bisogno di un certificato medico, per quanto fasullo. Ieri è stato il turno della moglie di un boss della 'ndrangheta (e qui mi vien da ridere, perché per una certa vulgata televisiva i lavoratori statali vengono denominati "servi dello stato", in questo caso in palese conflitto di interesse) impiegata al catasto che aveva sempre il cartellino magicamente timbrato. Tempo addietro, via radio, avevo sentito il caso di un "dirigente che si dedicava allo sport e allo shopping anziché essere correttamente al posto di lavoro". Lo avrebbero specificato solo più tardi, il tizio lavorava in un'amministrazione provinciale. Ma non c'erano dubbi che il suo impiego fosse statale. In che azienda, infatti, sarebbe stato possibile che un dipendente importante sparisse regolarmente? Evidentemente il lavoro del dirigente in questione è inutile. In casi come questi la truffa è già avvenuta prima, "creando" posti di lavoro non richiesti (a spese dei contribuenti).

2) In un sistema di sanità privata, il cliente-paziente ha l'onere del pagamento, a meno che intervenga come mediatrice una società di assicurazione. Anche in questo caso, tale società, vivendo di profitto dovrebbe assicurarsi di non spendere i suoi soldi inutilmente. Medici e chirurghi privati potrebbero comunque essere tentati da cercare di arrotondare in qualche maniera, ma operazioni non richieste sarebbero comunque parzialmente a loro carico. Accade, però che una clinica privata, ma che in realtà sopravvive grazie agli accordi con la regione Lombardia, decida di truffare stato e cittadini inventandosi (e purtroppo realizzando) operazioni inutili. Dando il giusto peso alle responsabilità individuali, si può asserire, che anche questa volta lo stato si è rivelato essere un grande turbatore della meccanica di mercato, che di per sé incentiverebbe molto di più alla responsabilità individuale (non ultima quella del paziente, qui non soggetto a pagamento).
Invece no, per la gran parte degli italiani la colpa è "del sistema privato e delle logiche del profitto."

3) A Mestre sta per essere costruito un nuovo campo per la comunità dei Sinti residenti in città. Alcuni cittadini si oppongono in nome di una dovuta precedenza "italiana" al "diritto alla casa. I sostenitori della politica del sindaco Cacciari, la Chiesa Cattolica e i centri più o meno sociali sostengono che si tratterebbe di un'inqualificabile comportamento intollerante nei confronti di gente che vive a Venezia da più di 40 anni. Nessuno dice che proprio perché ci sono da quarant'anni, parlano perfettamente o quasi l'italiano, essi abbiano, a differenza di altri, il diritto di vedersi sistemati dal comune. Delle due l'una: o privilegiati, o incapienti.

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