martedì 6 maggio 2008

Il solo e anche unico episodio che mi abba fatto esclamare -benché interiormente- ohilà che tipacci che ci sono a Verona

Era un'afosa sera di primavera (a Verona c'è sempre afa) dell'anno 20... . Assieme ad un paio di fellow mi recavo a Piazza dell Erbe dove la peggio gioventù aspettava di consumare lo spritz al Mazzanti. Quattro anni a Verona e non avevo mai partecipato a questo insano rito collettivo, sarà stato il prezzo, sarà stato il fighettume, sarà stato che non bevo quasi nulla di alcolico.
Mancavano pochi metri, si era pressapoco davanti quel capolavoro del gotico fiammeggiante che è la chiesa di S. Anastasia, quando una mercedes che faceva di tutto per apparire lussuosa sgomma rumorosamente per il viottolo ad una velocità impressionante per una ZTL.
A quella vista, il vostro affezionatissimo, già preda dell'euforia paradossa dovuta ai frizzi e lazzi della comitiva, scuote ripetutamente la testa, una posa quantomai idiota, e dice (nota bene, non urla): "Vai, vai, vai!".
Inaspettatamente l'autista ingrana la retromarcia e, sempre di gran carriera raggiunge il punto dove eravamo, abbassa il finestrino ed urla (non dice, nota bene): "Ehi figlio di puttana, volevi sfottermi?". Sorpreso, tento di andare avanti ignorandolo: "Dico a te, faccia di merda. Devo scendere ed ammazzarti di botte". Al che mi vedo costretto a rispondergli: "non ho nulla contro di te, stavamo solo scherzando tra noi." "Cerca di scherzare meno, pirla" mi risponde di botto "la prossima volta parte qualche dente".
Mi ricordo di aver cercato invano qualche elemento che potesse ricondurre all'appartenenza a gruppi estremisti, ma non ne trovai nemmeno l'ombra, neanche l'adesivo del Fronte Veneto Skinheads. I capelli non erano rasati, ma lunghi e fluenti. L'amico non aveva neppure la scusa dell'ebbrezza, anche se non mi sento di escludere che fosse eccitato a causa di qualche altra sostanza. Un ultras? Difficile a dirsi. Un pericoloso immigrato clandestino? Naah.
Non credo occorrano simili contestualizzazioni per diventare bulli, piuttosto è il contrario. Un bullo amerà sfogare la sua bullagine allo stadio contro un nemico comodo come il tifoso avversario. Un bullo potrà unirsi a gruppi di estrema destra per trovare altri amici bulli. Piuttoso è la violenza a richiedere una giustificazione, per quanto assurda che sia.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che tu abbia centrato il punto. Per i più l'appartenenza a gruppi di estrema destra (ma anche black block e simili...) è solo una giustificazione, una scusa. Questa teoria è valida soprattutto per quel che riguarda gli ultras, lo dico da abbonato alla Juventus dal 94 (quando avevo 14 anni) e "coinquilino" della curva (non ho mai fatto parte di nessun gruppo ultras e mai mi son sentito rappresentato da loro ma son costretto per ragioni economiche ad optare per questo settore). Solitamente questi personaggi conoscono poco o nulla della ideologia politica alla quale dicono di rifarsi e seguono stili di vita e comportamenti che cozzano alla grande coi dettami di queste dottrine; solo per fare un esempio si veda la quantità di droga che gira nelle curve "di destra". Per farsi un'idea di quanto sia vero il fatto che dello sport, della loro squadra e della appartenenza politica si interessino assai poco basta visitare qualche sito ufficiale di questi "tifosi" per trovare frasi tipo "a noi della partita non ce ne frega un cazzo!"...

simolatrottola

pietro ha detto...

Quello che però non trovo comprensibile è la corsa a difendere la stupidaggine detta da Fini.
Dire che bruciare le bandiere di israele è più grave che ammazare una persona a calci come ha fatto Fini semplicemente non ha senso, Fini dovrebbe leggersi la dichiarazione di indipendenza americana, dove dice "tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono dotati dal creatore di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti vi sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità" vedrebbe che forse il rispetto dei simboli politici (come è senza dubbio una bandiera) non è messo tra i diritti fondamentali, anzi la libertà di espressione è fondamentale, per cui se un cretino vuole bruciare la bandiera di Israele non lede nessun diritto fondamentale dell'umanità.

Orso von Hobantal ha detto...

Sono d'accordo con te su tutta la linea, Pietro. Come se non bastasse a Torino non è morto nessuno.

Diego ha detto...

Da come l'hanno messa i giornali parrebbe che Fini sostenga che è più grave bruciare una bandiera che ammazzare di botte una persona. In realtà non è così. Ha sostenuto al contrario che è stupido paragonare i due episodi e che mentre nel caso dello skinhead si tratta di un episodio di una banda di delinquenti su cui c'è poco da discutere e filosofeggiare, ma solo da sbatterli in galera; nel caso delle manifestazioni di Torino siamo di fronte ad un'ideologia pericolosissima sostenuta da un'"area politica" vasta che pretende di legittimarsi.

Anonimo ha detto...

Infatti; Fini ha - un po' infelicemente - detto che bisogna distinguere il piano politico da quello penale, in relazione ai due fatti.
Comunque l'episodio dell'esagitato in Merce, ci fossi stato io, sarebbe finito davvero con qualche dente in partenza. Non so di chi né quanti, ma l'alterco finiva male.

Orso von Hobantal ha detto...

Non so che genere di domanda abbiano fatto a Fini, ma dev'essere stata ben strana. A meno che non gli abbiano chiesto esplicitamente "Ma è più grave X o Y?" (e in tal caso l'idiota sarebbe stato il giornalista).
Ma io credo che sia l'antico difetto dei politici, di voler dire la propria su tutto, alla base del problema.

pietro ha detto...

Se interessa qui c'è il filmato con quello che esattamente ha detto Fini.
http://it.youtube.com/watch?v=qI9DwmiYa6I
poi ognuno lo interpreti come vuole.

SiMoNe ha detto...

Io credo (rivedendo il filmato) che Fini sia stato frainteso, come temeva lui stesso del resto. Il suo errore è stato quello di azzardare un commento del genere, troppo sottile per essere universalmente e immediatamente compreso e troppo ben prestantesi alla riformulazione di certa stampa che vive di questi giochetti...
D'altra parte, Vespa non ha fatto una piega quella sera. E non è certo il tipo che lascia correre eventuali esternazioni delicate (si veda come ha commentato l'arringa di Berlusconi contro la laurea di Di Pietro...).

http://it.youtube.com/watch?v=YTx3h91d_to