In mancanza di altro, ha fatto discutere la mossa innovativa dei Radiohead, che in spregio alle mayors -loro che se lo possono permettere- hanno deciso di vendere il loro album direttamente dal sito della band, al prezzo deciso dall'utente. Un'offerta libera, visto che è possibile inserire nel campo delle sterline anche un bel 0 tondo. Sicuramente grande trovata autopromozionale, da far resuscitare persino una band che ha finito le cartucce da tempo. Quel che può interessare anche i non appassionati è proprio la scelta, quasi inedita, di vendere della merce, per quanto volatile come una manciata di MB, ad un prezzo volontario, uno dei pochi casi il cui valore di un oggetto viene deciso dal pubblico pagante. La domanda innanzittutto è: conviene? Impossibile generalizzare, ma se hai un gruppo che si chiama Radiohead ed il prodotto è il tuo ultimo album, la risposta è affermativa. In Rainbows è stato scaricato 1.700.000 volte in meno di due settimane, con un'offerta media di 4 sterline. Considerando che non ci sono intermediari né prezzi di produzione e distribuzione il guadagno netto è impressionante. A ciò va aggiunto l'introito derivato dal doppio cd e vinile, ordinabile esclusivamente sul web al prezzo, non proprio modico, di 40 L.
Anche qui la scelta, che ordinariamente sarebbe azzardata, risulta azzeccata grazie all'orda anomala di groupie disposti a tutto pur di accaparrarsi l'unica versione originale disponibile.
Alcuni commentatori, palesi incapaci, sottolineano il fatto che il mercatino di natale targato Yorke non ha fermato i download illegali, stimati attorno ai 500.000 nei primi dieci giorni. Bella lì, andateglielo a spiegare a questi signori che un scaricone all'ultimo stadio non pensa, clicca. Senza contare che per primi giorni il sito ufficiale era talmente sovraccarico da non potere esaurire le richieste. Di per mio sono sicuro che i molti (alla fine della fiera meno di un terzo) che hanno usato un p2p per accapparrarsi l'album alla fine hanno anche dopo donato qualche soldino.
Un'altra considerazione che si può trarre da questo esperimento è appunto il valore che la comunità degli scaricatori sembra dare ad un album inedito formato mp3. 4 sterline, pari a 5,73 euro. Una cifra che, scrivono gli espertoni di economia, è meno della metà del prezzo medio su iTunes store. Peccato che su quel sito non abbiano mai visto un milione di download per un singolo album neanche in tre anni. 5 €, invece, sembra essere un prezzo totalmente ragionevole per un prodotto che non ha costi di replicazione e distribuzione, e che, unito ad una maggiore confidenza nella rete come "negozio", potrebbe incrementare significativamente gli introiti del mercato musicale, ed incoraggiare all'acquisto di musica indipendente.
Per quanto riguarda In Rainbows, se sono sembrato troppo critico la ragione è questa (non sfugga il quasi inspiegabile ordine delle traccie) . L'album è bello, probabilmente ai livelli di Ok Computer e da questi poco distante (e dico questo da non fan, quindi va preso con cautela). Quello che dà fastidio è la capacità di Thom (con l'acca), di Jon (senza acca) e degli altri pseudoemo brit-pop di monopolizzare la scena musicale indipendente e mainstream (caso eloquente di alternitive-commerciale) ad ogni release, facendo del rock meritorio ma non eccezionale e -vale per ques'album- pubblicando roba che suona vecchia di dieci anni (al limite dell'autoplagio, direi). Per carità meglio un buon vino invecchiato che del mosto acerbo, ma non si gridi al miracolo.
Anche qui la scelta, che ordinariamente sarebbe azzardata, risulta azzeccata grazie all'orda anomala di groupie disposti a tutto pur di accaparrarsi l'unica versione originale disponibile.
Alcuni commentatori, palesi incapaci, sottolineano il fatto che il mercatino di natale targato Yorke non ha fermato i download illegali, stimati attorno ai 500.000 nei primi dieci giorni. Bella lì, andateglielo a spiegare a questi signori che un scaricone all'ultimo stadio non pensa, clicca. Senza contare che per primi giorni il sito ufficiale era talmente sovraccarico da non potere esaurire le richieste. Di per mio sono sicuro che i molti (alla fine della fiera meno di un terzo) che hanno usato un p2p per accapparrarsi l'album alla fine hanno anche dopo donato qualche soldino.
Un'altra considerazione che si può trarre da questo esperimento è appunto il valore che la comunità degli scaricatori sembra dare ad un album inedito formato mp3. 4 sterline, pari a 5,73 euro. Una cifra che, scrivono gli espertoni di economia, è meno della metà del prezzo medio su iTunes store. Peccato che su quel sito non abbiano mai visto un milione di download per un singolo album neanche in tre anni. 5 €, invece, sembra essere un prezzo totalmente ragionevole per un prodotto che non ha costi di replicazione e distribuzione, e che, unito ad una maggiore confidenza nella rete come "negozio", potrebbe incrementare significativamente gli introiti del mercato musicale, ed incoraggiare all'acquisto di musica indipendente.
Per quanto riguarda In Rainbows, se sono sembrato troppo critico la ragione è questa (non sfugga il quasi inspiegabile ordine delle traccie) . L'album è bello, probabilmente ai livelli di Ok Computer e da questi poco distante (e dico questo da non fan, quindi va preso con cautela). Quello che dà fastidio è la capacità di Thom (con l'acca), di Jon (senza acca) e degli altri pseudoemo brit-pop di monopolizzare la scena musicale indipendente e mainstream (caso eloquente di alternitive-commerciale) ad ogni release, facendo del rock meritorio ma non eccezionale e -vale per ques'album- pubblicando roba che suona vecchia di dieci anni (al limite dell'autoplagio, direi). Per carità meglio un buon vino invecchiato che del mosto acerbo, ma non si gridi al miracolo.
6 commenti:
Beh, direi una idea niente male. La mediocre qualità del prodotto (mi affido al tuo giudizio perchè non conosco costoro) sarà giustificata dall'azzardo dell'esperimento: avranno preferito provare rimettendoci il minor tempo e sforzo possibile nel caso tutti avessero "comprato" a 0. Invece hanno avuto ragione.
mi chiedo: "chi pagherebbe per una cosa che può avere gratis?"
probabilmente coloro che sentono il bisogno di ricompensare la controparte. ecco che allora il prezzo scelto spontaneamente diventa per così dire un "premio alla carriera pregressa". (è ovvio che io darò a chi mi ha dato: i 10 album precedenti mi piacciono un sacco, perciò gli butto 5 euri e vediamo com è l'undecimo).
è come se Robbie Williams si piazzasse a Notting Hill con una chitarretta in mano e la custodia aperta davanti ai piedi...
che figata...
Non è mediocre, è bello :). Bello e nient'altro. Per il resto buono quello che ha scritto, sicuramente i Radiohead se lo potevano permettere perché famosi (tranne che per te e qualche eccezione :D) una band alle prime armi non potrà nemmeno immaginare di imitarli in questo.
sembra che celentano voglia fare qualcosa di simile...
il corriere di oggi dice che regalerà su internet il suo prossimo singolo. ma forse è solo per pubblicizzare il suo ennesimo nuovo album, in uscita a novembre...
Finalmente hai cambiato lo sfondo!! Davide ascolta, iscriviti a technorati e poi scambiamo i link così sei più visibile in internet. Che ne dici?
@simone: non so che farà Celentano, se lascerà scaricare il singolo farà una cosa di una certa novità, ma probabilmente credo che darà solo l'opportunità di ascoltarlo online, cosa che la maggior parte dei gurppi rock fa da anni su Myspace.
@matteo: il nero mi piace, ma volevo qualcosa di più rilassante per chi legge e più originale. Vedrò di registrarmi a technorati, anche per procurami un po' di visite che vadano al di fuori dei miei parenti... sono pigrissimo per sto genere di cose, purtroppo.
ehm... ero già su technorati, anche se non so bene come funziona.
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