mercoledì 3 ottobre 2007

Preti, celibato, omosessualità

San Paolo.

La posizione della Chiesa Cattolica riguardo il celibato ecclesiastico è debole, perdente, e pertanto deve ricorrere ad una serie di fandonie preconfezionate ben note a chiunque frequenti un po' l'oratorio, gruppi giovanili od altre istituzioni del genere. La debolezza dell'argomento deriva dal fatto che si cerca di far accettare una norma divenuta tale per ragioni socio-politiche in un particolare momento storico come dottrina morale derivata dalle Scritture. Il che è, risaputamente, falso. Nel nuovo testamento il passo più ostile al celibato è quello, notissimo, della lettera ai Corinzi (una delle mie preferite :) ).

[8] Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; [9]ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.

San Paolo (spiace il fatto che sia spesso usato strumentalmente, dagli anticristiani per evidenziare un presunto fondamentalismo della religione, da Prodi per giustificare le tasse ecc.) è sicuramente un Uomo illuminato e avrà avuto le sue ragioni per essere convinto che il secondo Avvento fosse prossimo mentre scriveva la lettera ai Corinzi. Per questa ragione, infatti, consigliava a tutti gli uomini di restara casti e di evitare il matrimonio, mentre non faceva differenze tra uomini di Chiesa e membri della comunità (come Lutero, suo fan sfegatato ben sapeva). Particolarmente indicativo, invero, il consiglio: meglio sposarsi che ardere. Se Paolo era convinto che per servire Dio fosse meglio non avere moglie, per dedicarsi meglio al servizio, ben sapeva che era decisamente preferibile un sacerdote con una vita sessuale regolare ad uno che vivesse con difficoltà il celibato.
Le lettere di Paolo, per quanto ne so, sono le uniche fonti ispirate riguardo a questa issue. È risaputo, però, che la Chiesa si basa non solo sull'esempio del Vangelo ma anche sulla tradizione, che dovrebbe partecipare dell'azione continua dello Spirito Santo. Per farla brutale l'argomento più serio a sostegno del Celibato è il seguente: "siccome c'è sempre stato, una ragione ci sarà". E poichè il celibato è un'invenzione della Chiesa italica del medioevo c'è anche una ragione per cui ai maroniti e ai cattolici di rito greco è permessa l'ordinazione, al pari della chiesa ortodossa, anche a uomini già sposati. E sono sacerdoti come tutti gli altri. Come se non bastasse, a livello di legge canonica l'obbligo di celibato è nettamente separato dal voto di castità degli ordini sacri, la quale consegue solamente dal fatto che la Chiesa non prevede attività sessuale al di fuori del matrimonio. Al contrario di quanto si pensa comunemente, una scopata occasionale è per un prete un peccato non molto grave (e loro lo sanno) e praticamente equiparato al rapporto delle coppie non sposata (con la sola aggravante che l'uomo in divisa dovrebbe dare il buon esempio).

Le frasi fatte dei gruppi giovani

Insomma, contraddizioni di fondo che palesano il fatto che il celibato non è ancorato a nessuna fonte biblica. Gli ultimi pontefici e gran parte dei pezzi grossi lo difendono (ma è una posizione faziosa dato che essi lo vivono) in quanto sono convinti che sia in qualche modo "utile" al sacerdote. Ma è utile allo stesso modo alla comunità dei credenti?

A dottrina, ai gruppi vocazionali ecc. gira questa storia: avere la vocazione è come "innamorarsi di Dio" quindi il sacerdote (e la suora, e il frate) si sposano in realtà con Cristo e con la Chiesa. Il naturale desiderio di paternità dei preti è soddisfatto nella parrocchia dove sarebbero autentici padri della loro comunità. Sono, a mio modesto parere, argomentazioni pericolose, in quanto con dei sofismi di comodo si elude totalmente il problema di fondo e crea confusione. In primo luogo: non contrasta forse con l'insegnamento della Chiesa secondo il quale i preti non sono esseri superiori (come i monaci nel buddismo) ma persone come tutti gli altri? E, se le cose stanno come sopra, come può un semplice padre di famiglia essere "innamorato di Dio" e contemporaneamente della sua legittima sposa? Eppure il Catechismo insegna che tutti gli uomini sentono spontaneamente l'amore verso il Creatore. E ancora: sono così devianti tutte le altre confessioni cristiane che non prevedono il celibato? I loro ministri (e i maroniti, e i greco-cattolici) sono da considerarsi indegni perché sposati?

Luigi Amicone

Altre argomentazioni parimenti assurde sono state portate avanti da Luigi Amicone nel corso della trasmissione Exit su la 7. Non l'ho potuta vedere ma il tema, particolarmente scottante e importante, era principalmente la diffusione dell'omosessualità della Chiesa. È risaputo (almeno da chi non si farcisce gli occhi con il Parmacotto) che la diffusione di comportamenti omosessuali è a livelli allarmanti, non tanto perché costituisca un grosso male in sè, ma in quanto si differenzia prepotentemente dalle tendenze della società laica. Se in Occidente gli omosessuali sono 1, nel clero (persone con tendenze omosessuali, non necessariamente praticanti) temo -non ho prove- 10. Un cristiano che senta il desiderio di sposarsi ed avere dei figli (come dice Amicone, un requisito fondamentale per diventare preti) solitamente si sposa ed ha dei figli. Viceversa, persone genuinamente cristiane, che viviono con difficoltà la loro diversità sessuale, tendono a conseguire il sacerdozio proprio per avere un ruolo riconosciuto nella società, essendo per loro impossibile tenere una condotta sociale autenticamente cattolica (moglie e un casino di figli). Insomma, allo stato attuale delle cose, il celibato tiene distanti gli eterosessuali e allo stesso tempo attira come una calamita i non eterosessuali particolarmente credenti e zelanti (e sono molti). Amicone insomma è smentito nella teoria ma soprattutto dalla realtà dei fatti, dato che non sembra che la Chiesa si impegni particolarmente a sondare le attitudini sessuali dei loro futuri parroci, condannando la comunità dei credenti ad avere guide che (a fronte di una maggioranza realmente illibata) troppo spesso si ritrovano ad "ardere" e a cadere nell'incontinenza.

P.S. Il dibattito sul celibato, dura da secoli, per non dire dalla nascita della Chiesa, e coinvolge anche alcuni cardinali, come il defunto Suenes, e teologi di spicco. Personalmente non sono nessuno per avere un parere al riguardo. Quello che mi preme sottolineare è che nessuna delle spiegazioni solitamente offerte a sostegno del celibato mi risulta convincente e temo sia così per un gran numero di credenti. E' significativo, invece, che le argomentazioni teologiche più fondate (ma anch'esse dibattute) siano a favore della castità totale, più che del celibato (il quale è stato introdotto principalmente per ragioni socioeconomiche). Questa pagina può dare un'idea. Restano valide le obiezioni pragmatiche che ho portato avanti

12 commenti:

SiMoNe ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
SiMoNe ha detto...
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Zambo ha detto...

Ehm, Orso, mi viene un po' da ridere perche' hai scritto questo post senza essere aggiornato sulle nuove telenovele del nostro collegio.. di sicuro avresti aggiunto qualche nota di colore ;)

Di piu' non scrivo su un blog pubblico, se sei interessato chiedi ad Alberto Danieli.

Orso von Hobantal ha detto...

@simone: grazie per il commento, che aspettavo :). Quello che scrivi effettivamente non fa una piega ma temo che non sia la posizione della Chiesa. Intanto tu rimedi alla contraddizione di termini da me evidenziata, sostituendo celibato con castità. Il codice canonico non lo fa, per qualche motivo perfino i pontefici non hanno mai pensato di eliminare questa differenza (eppure il 99,9% dei preti non è sposato, quindi non credo sarebbe un gran sacrificio) e questo misundersting rende ancora più pelose faccende tipo quella del prete della provincia di Padova (non ricordo il nome).

Per quanto riguarda il secondo punto: la teologia cattolica prevede che il sacramento sia valido anche se il ministro non è degno (leggi: ha commesso azioni particolrmente gravi). Poiché ogni uomo è peccatore, non vedo il motivo di transigere sulla castità.
Per quanto riguarda un certo ascetismo per avvicinarsi a Dio e che dalle tue parole sembra necessario credo ancora che la Chiesa non pensi altrettanto tanto che una via di beatitudine, oltre a quella del monaco di clausura, è anche quella di vivere Dio nella famiglia e nel lavoro.

Infine, temo che i problemi pragmatici di cui ho parlato continuino a rimanere. E' la ragione per cui ritengo che l'obbligo del celibato si sconveniente.

Orso von Hobantal ha detto...

@Zambo: in ogni caso sei vivamente pregato di non dirmi nulla :O

etendard ha detto...

poche parole su quanto scrivi.
1. il passo di Paolo da te citato non è ostile al celibato, ma è ad esso favorevole. è stata una svista, nulla di male;
2. ricorda il passo in cui Gesù dice: "Vi sono alcuni che si fanno eunuchi per servire il Regno dei Cieli";
3. la Chiesa cattolica si rifà a Cristo, al Maestro, che non si sposò. infatti, il prete è un alter Christus anche nella scelta di castità;
4. il celibato non è un'invenzione della Chiesa italica del medioevo, ma era praticata dai primi apostoli. San Pietro era sposato, la moglie seguiva il marito ma l'Apostolo viveva nella castità e così facevano tutti gli altri apostoli. C'è tanto da dire sulla specifica situazione degli ebrei del tempo ecc., ma andiamo oltre;
5. per diventare prete ortodosso, è necessario essere celibi. bisogna esserlo per avanzare nella gerarchia (un vescovo deve essere celibe), i monaci ortodossi sono tutti celibi. quanto tu dici vale per i 'preti' ortodossi già sposati prima di chiedere l'ordinazione. costoro sono accolti come sacerdoti ma provvedono autonomamente al mantenimento della famiglia e hanno un percorso limitato all'interno della loro Chiesa;
6. il celibato ecclesiastico non è prescritto dalla Bibbia, ma è parte della Tradizione, che è ispirata dallo Spirito Santo. capisco che se uno non è credente si fa un baffo della Tradizione, ma questa non costituisce una fonte divina minore rispetto alle Sacre Scritture (conosco già le obiezioni, ma anche qui vado avanti per mancanza di tempo);
7. è utile il celibato dei preti alla comunità dei credenti? certo che lo è. primo perché il sacerdote è un alter Christus e poi perché il credente comune esige di vedere in un ministro di Dio qualcosa che lo contraddistingua dall'assemblea dei fedeli. il celibato è proprio un segno di distinzione del sacerdote e un segno di dedizione alla cura delle anime;
8. le altre obiezioni che poi fai, tra cui le contestazioni al pensiero di amicone, oltre ad essere superficiali sono completamente fuori bersaglio. il tutto deriva dal tuo non conoscere il cattolicesimo.
Fa niente, è già una grande cosa il porsi delle domande.
Ciao

Orso von Hobantal ha detto...

Rispondo ai punti di Hoka Hey, anche se ho paura di essere più d'accordo di quanto sembri.
1) E' chiaro che il passo è favorevole, l'ho citato quanto era il più negativo che mi venisse in mente.
2)Ok, questo, che tra l'altro viene appena dopo il divieto del divorzio è sicuramente più significativo
3)Valgono le solite obiezioni. Il voto di castità non c'è per i preti, perché non renderlo obbligatorio?
4) L'obbligo di celibato è una battaglia "trasversale" nella storia della Chiesa. Ci sono stati contrari sia dai primi secoli. Il passaggio fondamentale, però, è stata l'enciclica di Gregorio Magno, appunto, nell'ottavo secolo.
5)Lo so e, a mio parere, non è un argomento contrario. I sacerdoti che diventano tali da sposati sono molti, e sono sacerdoti. Non possono diventare vescovi, ok.
6)L'ho scritto chiaro e tondo, anche se, ammetto, ritengo la tradizione subordinata alle Scritture.
7)Sì, è un punto di vista noto e che condivido parzialmente.
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8) In realtà sono d'accordo con il pensiero di Amicone (che mi stga pure simpatico) e penso (è colpa mia se non si è capito) che la Chiesa Cattolica abbia tutto il diritto a sbattere la porta in faccia agli omosessuali, per le medesime ragioni che ha detto Amicone. Solo che non lo fa (per questo ho detto: è smentito nella teoria e nella pratica). Il succo della mia posizione è questo: le posizioni a favore del celibato sono dottrinarialmente deboli e vengono rimpiazzate da argomentazioni che, non potendo avere sicuro fondamento, si rivelano solo chiacchere, come quelle dette da Amicone. Il quale tira fuori una presunta "prova di virilità" che non è prescritta, è un'invezione (sua) a posteriori, come la maggior parte delle posizioni pro-celibato.

SiMoNe ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Orso von Hobantal ha detto...

Beh, il problema pragmatico, per come lo intendo io è che c'è una crisi di vocazioni, che allo stesso tempo ci sono molti sacerdoti omosessuali (in percentuale) e che troppi hanno rapporti occasionali o no. Per il resto credo con Tom Wolfe che la necessità sessuale sia sopravvalutata al giorno d'oggi e ritengo che la mancanza di avere una famiglia sia una sofferenza maggiore che non l'astinenza sessuale (almeno per quanto mi riguarda). Sono convinto che gran parte dei preti non senta molto il bisogno di una famiglia anche perché, molto probabilmente, altrimenti non sarebbero diventati tali. Vale anche la pena aggiungere che concedere l'ordinazione a uomini sposati (come avviene per i diaconi) non vuol dire assolutamente obbligare gli altri sacerdoti a sposarsi. Si aprirebbe il sacerdozio a persone sicuramente degne, evitando che l'ordine diventi il "rifugio dei peccatori" di persone dalla sessualità non ordinaria. Non vedo declassamento di alcuna sorta in questo.

Orso von Hobantal ha detto...

La parola celibato, inoltre, è usata non casualmente perchè dai sacerdoti non si pretende, come dai monaci dei diversi ordini, un distacco ascetico dai beni mondani, ma anzi viene permesso loro di vivere come persone normali, disponendo di beni propri, senza particolari obblighi.

Abr ha detto...

Personalmente vedo la cosa in una prospettiva diversa, provo a dare il mio contributo.
Veder le cose in prospettiva storica è per me l'unico modo per giudicare (grazie al "senno di poi") se una impostazione sia stata non tanto giusta o sbagliata, bensì più o meno coerente con la Mission data e più o meno adeguata per consentire di sopravvivere ed espandersi - la Chiesa è una istituzione fatta di uomini e inserita nella storia, non un principio "esterno".

Mi pare che proprio la scelta del celibato abbia consentito alla Chiesa di evitarsi nel tempo l'ereditarietà delle posizioni di potere, rimettendole in discussione a ogni "giro".
Mentre al di fuori di essa, dal re giù giù sino al valvassore, al mercante o al banchiere, era tutto un fiorir di famiglie e dinastie.

Si può obiettare che tale scelta non ha totalmente preservato la Chiesa dalla corruzione; vero, infatti uomini anche loro furono e sono, ma risponderei che tutto è relativo: se tanto mi da tanto, figuriamoci se ci fossero stati pure in mezzo "i figli di"....

E' insomma la scelta che ha consentito alla Chiesa di rimanere "corpo compatto", evitando che il suo patrimonio (morale culturale e anche economico) divenissero "proprietà privata", si "atomizzasse" come il Protestantesimo, che ieri si suddivideva in sette e oggi genera le ondate di predicatori televisivi.

Uno può preferire quel modo di porsi rispetto alla religione (individuale) rispetto a quello cattolico (=universale); certo è che la scelta del celibato risulta coerente con la mission datasi dalla Chiesa cattolica.
Può piacere o no, ma è un altro discorso, si discuta allora il cattolicesimo in se.
Quindi la storia assolve pienamente la scelta anzi, se la Chiesa Cattolica è ancora lì, quel fatto non ha peso irrilevante a mio avviso.
Ma i tempi cambiano, il celibato è ancora una scelta opportuna oltre che coerente?
Bah non so dirlo, le tue argomentazioni ci sono, come del resto anche quelle di Hoka.

Comunque escluderei dalla discussione l'argomento debole che i preti non possano parlare di cose che non conoscono, come la famiglia: avercela non significa per questo aver capito cosa sarebbe meglio fare, basta guardare la fauna in giro un sabato qualsiasi al supermercato.
ciao, Abr

Orso von Hobantal ha detto...

"Comunque escluderei dalla discussione l'argomento debole che i preti non possano parlare di cose che non conoscono, come la famiglia: avercela non significa per questo aver capito cosa sarebbe meglio fare, basta guardare la fauna in giro un sabato qualsiasi al supermercato.
ciao, Abr"

Difatti questo è un luogo comune stupido e sterile come pochi. Per quanto riguarda la gerarchia ecclesiastica non ereditaria si deve ammettere che ha permesso che la dottrina si conservasse abbastanza nei secoli a differenza di alcune confessioni protestanti degenerate nel postmodernismo.