Ore più o meno 16.00 locali. Mi metto in testa di modificare leggermente l'header del blog, un nonnulla. Naturalmente il Pc dell'università mi apre la pagine di blogger in finlandese. Non me ne curo, posso farcela. Cambio quello che devo cambiare, scorro la pagina fino in fondo e, senza nemmeno leggere, premo un tasto azzurro. In quel momento sono tutto me stesso: uno che preme un tasto azzurro, senza nemmeno leggere. Mi chiedo perché
blogger mi domandi stavolta di confermare, me lo chiedo solo per un attimo, poi confermo. Poi ricordo. Quel tasto azzurro in fondo alla schermata è
cancella il blog.
Mi viene in mente quando con alcuni miei amici dell'università abbiamo fondato un clan su
Travian, gioco molto idiota finito sul Guinnes dei Primati sotto le voci "cause di maggior istigazione alla violenza tra sconosciuti" e "la droga non convenzionale più incredibile". In questo MMOG, quando qualcuno desideravo uscire dal giro, si attivava un counter alla rovescia, della durata di poco più di un giorno, durante il quale il malcapitato aveva la possibilità di salvare il suo account. Molti non ce la facevano.
Non è, decisamente, il caso di
Blogger. Così di colpo mi sono visto spazzato via quanto il mio tempo libero ha prodotto in un anno e mezzo di blogging. E' giusto che sia accaduto, perché rispecchia quello che sono veramente. Ho il casino nel cervello, chi mi conosce lo sa. Ho perso il conto delle grandi e piccole occasioni perdute a causa della mia deficienza. Ho un ritardo cronico, cosa che, qui dove mi trovo ora, mi relega ai margini della società. Sono nevrotico, ho un mucchio di problemi irrilevanti che angosciano e, quando non so cosa fare, premo un tasto azzurro, senza pensarci.
Ho aperto questo blog nel maggio del 2006. Ho scritto 154 post, per la maggior parte trascurabili. Per alcuni ci avevo messo del mio, tempo (risorsa scarsa e fondamentale, come insegna l'economia austriaca) e passione. Il bilancio è comunque positivo. Qualcuno ha trovato costruttive le mie cassade ne sono particolarmente lieto. Mi hanno letto in tanti. Questo spazio web, sociologicamente definibile come "simulacro di partecipazione politica" era nato come valvola di sfogo nei confronti della classe politica italiana, per dire la mia su eventi che -ahimé- ci toccano un po' tutti. I punti di vista erano (e sono) due:
indipendentista: credo da quando ho tre/quattro anni (ho avuto un'infanzia atipica) che l'Italia sia una finzione geografica. Ricordo chiaramente un episodio dell'asilo: la suora ci chiedeva quale fosse la città più importante d'Italia. Risposi "Milano". La suora mi disse che invece era Roma, al che rettificai: "la capitale è Roma, la più importante è Milano". Naturalmente, anche la Padania è un'invenzione geografica. Sono un'indipendentista veneto, le ragioni sono molteplici. Non credo che i Veneti siano migliori di nessuno, neanche peggiori, perché non credo abbia senso classificare un popolo. Ciò che conta è l'individuo, come agisce, che fini persegue. E' costui che va giudicato. Poi non è che amo molto i Veneti: detesto i truzzi e sono quasi astemio, è difficile, dalle mie parti. Al momento il Triveneto (e la Lombardia) avrebbe molto da guadagnare da una secessione dall'Italia. E la minaccia di secessione è sempre legittima, è un po' il potere contrattuale di un gruppo di persone contro lo Stato.
libertario: mi sono sempre definito di destra. Come molti altri libertari ero un "moderato della destra sociale e conservatrice". Ciononostante ho sempre creduto che lo Stato debba farsi da parte per concedere ai singoli più ampio spazio di scelta e di azione. Poi ho scoperto e letto, soprattutto grazie ad Internet, Rothbard, Hoppe, Nozick. Sono stato fulminato sulla via di Damasco. Ora "bestemmie" come privatizzare il sistema sanitario, la scuola ecc. non mi sembravano più tali. Inoltre la teoria si sposava con il mio individualismo antropo-ontologico: ho sempre evitato la massa, come le mode. Ho sempre voluto sbagliare con la mia testa e a volte ho proprio sbagliato, solo per il tentativo di distinguermi.
Al momento attuale ecco quello che ritengo l'ordine politico più giusto: uno Stato minimo sorto per volontà dei cittadini, ultrafederalista e il più piccolo possibile.
Adesso che ho tempo continuerò a scrivere... di cosa? Di teoria politica, magari anche più o meno seriamente, visto che la sto studiando, al momento. Di Veneto, Europa, usi e costumi. Di musica e letteratura. Di quello che mi passa per la testa, e che ritengo non sia impossibile da leggere, tipo il post precedente, ultimo del vecchio blog qui copiaincollato. Magari di cose più divertenti e rilassate. Di certo vorrei commentare meno la politica italiana, alla fine della fiera non ne vale la pena (e molti blogger lo fanno con più perizia di me). Torneranno anche i link e i cottilon, datemi tempo. Chi vorrà leggere, commentare, criticare e anche prendere sanamente per il culo, è il benvenuto.
Per coerenza
ecco gli ultimi post del mio blog, in un file un po' osceno.