martedì 25 settembre 2007

Falsi profeti

Papa Ratzinger è un professore di teologia, non di economia. E già questo basterebbe a commentare l'uscita domenicale del pontefice. In secondo luogo, dogma dell'infallibilità a parte (non ci credo nemmeno per le faccende ex cathedra, figuriamoci per il resto), anche il Papa come molti altri è vittima di un idolon tribus duro ahimé ad abbattere: che il sistema economico mondiale sia un gioco a somma zero dove per tanto che uno ci guadagna, c'è sempre uno che perde in egual misura. Chi, come me, si ostina ad essere pessimo cristiano e persevera nella trista abitudine di andare a messa sa quante cazzate si sparino dal pulpito. Mi ricordo di un prete, in particolare, che consideravo particolarmente sveglio: l'ho sentito una volta tuonare: "Pessimo sistema il comunismo! Mille, e mille volte peggio il consumismo!". Si tratta di esternazioni così deboli che non vale nemmeno il caso di analizzare, per amore di preterizione mi limito a dire che il consumismo è un comportamento sociale (peraltro spontaneo e mosso in gran parte da motivazioni psicologiche) e non un sistema politico. A certe cose bisogna farci la scorza e utilizzare il precetto evangelico (magari questa suona un po' blasfema) di perdonarli perché -letteralmente- non sanno quel che dicono. E i papi che in fondo altro non sono che dei preti, eletti da preti, per i preti, non fanno molta eccezione.
Io mi consolo guardando il lato positivo, come faceva Rothbard, che analizzando le encicliche papali* della serie Rerum Novarum trovava parole di elogio (da economista assolutamente areligioso, nel senso che non gliene sbatteva niente) per l'enciclica dell'amato Predecessore, la Centesimo Anno.
Alla fine, Papa e vescovi, sono abbastanza prevedibili, siamo vaccinati. Molto più pericolosi, perché inediti sono i grandi imprenditori di Stato, gente tipo Marchionne, che in due righe di virgolettato riesce a fare più errori di terminologia che l'imitazione guzzantiana di Valeria Marini. E c'azzecca Fassino, a cui serve qualcosa la laurea in scienze politiche (presa nel 1997 mentre era al governo) che lo imbarca prontamente col nomignolo che gli spetta: socialdemocratico.

*In realtà nel link (testo del 1960) non si parla della centesimo anno, perché è stata scritta in seguito. Ad ogni modo è così, da qulache parte c'è l'articolo aggiornati.

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