mercoledì 4 giugno 2008

Gratta Robin Hood e troverai lo Sceriffo di Nottingham

Quando un'iniziativa viene giudicata buona e doverosa "dall'intero arco politico", apprezzata "dalle istituzioni europee", vista con favore dagli "esperti di settore", allora ci sono pochi dubbi che sia una cazzata col botto. La controprova può essere raggiunta in laboratorio, verificando che un numero di idioti a piacere si trovi concorde durante una puntata di Porta a Porta.
La Robin Hood tax non fa eccezione, anzi può essere indicata come un esempio paradigmatico di questo fenomeno. Ad un'analisi superficiale l'idea di tassare tanto pochi soggetti che godono di profitti elevati per favorire i poveri può sembrare buona e perfino morale, tanto da far abbassare la guardia a liberisti conclamati come Oscar Giannino. Le ultime argomentazioni del direttore di Libero Mercato hanno un che di inquietante e sembrano profondamente influenzate dalle convinzioni dell'attuale ministro dell'economia. Si tratta dell'argomento "della Paura e della Speranza", persuasiva retorica socialista rivolta ai destrorsi.
Il libero mercato finora è sempre andato bene. Tuttavia adesso ci troviamo in un momento particolare che ha sconvolto il paradigma liberale. Questo obbliga il governo ad intervenire per riparare a delle ingiustizie che inevitabilmente si generano.
I meno sprovveduti si accorgeranno che questo argomento è in realtà vecchio quanto l'attuale concetto di Stato. Per gli interventisti c'è sempre un momento particolare e non c'è ragione di considerare quello attuale più atipico del panico del 1819, della depressione del '29, del dopoguerra, della crisi del petrolio. Tutti momenti storici che hanno visto grandi interventi governativi, giudicati in seguito negativamente da quelle stesse personalità che ora, senza motivo apparente sembrano abboccare a Tremonti.
Giannino ieri ha fatto notare che "l'attuale momento economico", pur nel complesso negativo, favorisce innaturalmente realtà come la grande finanza, gli istituti bancari, le compagnie petrolifere. Come se non bastasse -ha aggiunto- le suddette realtà pagano in termini di aliquote reali molto meno delle persone fisiche o delle piccoleemedieimprese.
In un regime ad alta fiscalità -argomenta Giannino- una tassa mirata a petrolieri e banche, non è malvagia, anzi può rendere l'ordine delle cose più giusto.
Questo argomento forse non è sbagliato, ma è sicuramente insufficiente. Si può obiettare infatti che i meno abbienti trarebbero più beneficio da una diminuzione dell'aliquota visto che questa disparità non è conseguenza di una data situazione economica, ma di una precisa politica. E volendo scavare più a fondo perché esiste questa precisa politica? E' frutto di un disegno deliberato? Probabilmente no, forse banche e finanza globalizzata, sono semplicemente soggetti più difficili da tassare a causa di determinate scappatoie giuridiche. Ma se questo è vero ecco che la Robin Hood tax potrebbe rivelarsi inefficace, forse a spese dello stesso cittadino mediante un aumento del prezzo dei carburanti.
Generalizzando con un certo margine di errore, comunque non maggiore a quello delle banalità di Tremonti, si può giustamente supporre che in realtà non è la data situazione economica a generare una situazione di svantaggio per fasce meno ricche e tutto sommato produttive, ma che è l'azione dello Stato, lo stesso che ora vorrebbe "salvare la giornata", a renderle meno competitive attraverso la tassazione.
La Robin Hood Tax, ben lungi da essere una buona idea, è populista perché offre una soluzione sbagliata ma utile a portare consenso, diseducativa perché abitua la gente a pensare che rubare è lecito entro certi termini e dannosa in quanto parte di un circolo vizioso che tende a fare sempre più danni e a richiedere sempre un maggior intervento. E' incredibile che Giannino non se ne sia accorto, a meno che il desiderio di difendere comunque il governo non sia in lui prevalso.


4 commenti:

Zambo ha detto...

Segnalo un commento perspicace di Liberty Fighter, che in questi giorni sta combattendo contro Sir Tremonti in diversi blog:
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E tra le altre cose, non sa neppure la leggenda di Robin Hood.
Il quale RUBAVA allo Sceriffo di Notthingam ed al RE. Quindi se il signor tremonti volesse fare il Robin Hood, o istituire una tassa alla Robin Hood, dovrebbe prelevare i soldi dallo STATO per restituirli ai legittimi proprietari. Il popolo. Altrimenti la verità è che Tremonti E' lo sceriffo di Notthingam, e lo Stato è Re Giovanni, i vessati siamo noi, compresi i petrolieri, e di Robin Hood non ce n'è nessuno, visto che ci hanno inculcato che pagare le tasse è morale ed etico..

Orso von Hobantal ha detto...

Più semplicemente anziché rubare ai ricchi per dare ai poveri come ha trasmesso la vulgata socialstatalista, rubava ai tassatori per dare ai tassati :D

Zambo ha detto...

Beh, leggendo 'sta schifezza sul corriere on line, viene quasi da rimpiangere la definizione "rubava ai ricchi per dare ai poveri":
http://lanostrastoria.corriere.it/2008/06/robin-hood-era-di-destra-o-di.html

Zambo ha detto...

sorry, link:

Un mona sul Corriere