Secondo Mario Borghezio e Roberto Castelli la Ryanair si deve scusare. Loro, per continuare a fare esattamente quello che c'è scritto nell'ad, invece no.
Dice tale Luigi Grillo, senatore di FI: "Anche la Ryanair è un'impresa assistita. Ha sede a Dublino, dove c'è una fiscalità vantaggiosa e riceve bei quattrini dagli aereoporti italiani che vogliono vedere incrementato il loro traffico." Bizzarra definizione di "impresa assistita" quella che ha avuto la sfortuna, di nascere in uno stato che non la prosciuga di tasse e che sa fare il proprio mestiere.
sabato 26 luglio 2008
La verità fa male
Concepito da Orso von Hobantal alle 13:04 2 esternazioni
venerdì 25 luglio 2008
La Lega ha rotto il cazzo
Nell'ultimo post, datato un mese e mezzo fa, l'elemento testuale parlava del "no" irlandese al referendum sulla ratifica del trattato di Lisbona. A corredo una foto di una ragazza col dito medio alzato.
In questi giorni entrambe le cose tornano di moda. Il senato ratifica il trattato di Lisbona, senza disturbarsi di chiedere prima il pare dei cittadini e con la forza politica che, cavalcando la tigre celtica, aveva promesso di votare contro, prona verso il sì più che mai. Il dito medio non lo fa più una figa con un cocktail verde, ma un becero politicante della peggior specie.
Siamo nell'estate del 2008 e il punto caldo nell'agenda politica è il lodo Alfano e tutte le mirabili conseguenze che non ha sui cittadini fuori dal club dei caregoni.
Con questo quadro, nel tragico stato in cui riversa ogni istanza di federalismo, autonomia e autogoverno, il problema della Liga Veneta sono le regionali del 2010. Succedere a Galan, perché c'è un patto tra partiti che lo prevede. Perché la Lega, poverina, non esprime un presidente di regione. Perché tanto il centrodestra in Veneto vince, e dato che a loro piace vincere facile non ci devono essere né primarie né corse multiple dove dimostrare chi ce l'ha più lungo.
Il prescelto sarà forse Flavio Tosi, Zaia aveva sperato che Bossi glielo chiedesse (perché deve essere il capo a "chiedere"). E invece la scelta ricade sull'uomo che sta facendo di Verona uno Stato di polizia.
Che chiede, in ossequio alla sua vocazione autonomista, l'invio dell'esercito per la "sicurezza" della città. Che si rifiuta di controfirmare un documento già inoltrato da 400 sindaci veneti (cioé due terzi dei sindaci della regione, cioé di sinistra come di destra) che chiedevano di trattenere nelle casse comunali il 20% dell'Irpef. Ufficialmente perché "non realistico". O forse per fare la star, andare in culo a Galan, suo novello avversario, che quel progetto l'aveva proposto.
Con tutto il rispetto: fottetevi. Voi e il federalismo "solidale". Voi e questa merda di governo che tenete in piedi.
In questi giorni entrambe le cose tornano di moda. Il senato ratifica il trattato di Lisbona, senza disturbarsi di chiedere prima il pare dei cittadini e con la forza politica che, cavalcando la tigre celtica, aveva promesso di votare contro, prona verso il sì più che mai. Il dito medio non lo fa più una figa con un cocktail verde, ma un becero politicante della peggior specie.
Siamo nell'estate del 2008 e il punto caldo nell'agenda politica è il lodo Alfano e tutte le mirabili conseguenze che non ha sui cittadini fuori dal club dei caregoni.
Con questo quadro, nel tragico stato in cui riversa ogni istanza di federalismo, autonomia e autogoverno, il problema della Liga Veneta sono le regionali del 2010. Succedere a Galan, perché c'è un patto tra partiti che lo prevede. Perché la Lega, poverina, non esprime un presidente di regione. Perché tanto il centrodestra in Veneto vince, e dato che a loro piace vincere facile non ci devono essere né primarie né corse multiple dove dimostrare chi ce l'ha più lungo.
Il prescelto sarà forse Flavio Tosi, Zaia aveva sperato che Bossi glielo chiedesse (perché deve essere il capo a "chiedere"). E invece la scelta ricade sull'uomo che sta facendo di Verona uno Stato di polizia.
Che chiede, in ossequio alla sua vocazione autonomista, l'invio dell'esercito per la "sicurezza" della città. Che si rifiuta di controfirmare un documento già inoltrato da 400 sindaci veneti (cioé due terzi dei sindaci della regione, cioé di sinistra come di destra) che chiedevano di trattenere nelle casse comunali il 20% dell'Irpef. Ufficialmente perché "non realistico". O forse per fare la star, andare in culo a Galan, suo novello avversario, che quel progetto l'aveva proposto.
Con tutto il rispetto: fottetevi. Voi e il federalismo "solidale". Voi e questa merda di governo che tenete in piedi.
Concepito da Orso von Hobantal alle 00:53 16 esternazioni
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