sabato 13 settembre 2008
Johnny Law non mastica mentos
A volte mi sembra di essere in un classico di fantascienza del tipo l'invasione degli ultracorpi. La mattina esco da casa e il vicinato -anzi tutta la città- è contagiata da un virus che rende la gente stupida. Sarà la mia solita sociopatia. Sarà. Risiedo a Verona (non sono veronese, non che ci sia nulla di male, ma semplicemente non mi riconosco e non vengo riconosciuto come tale), città che da un po' di tempo è una gigantesca caserma. Tipo Belfast, quando ancora scoppiavano le bombe. Il sindaco, uno che quando parla sembra che tenga in bocca cinque o sei mentos, continua a piazzarli in giro. Fosse per lui ogni veronese ne dovrebbe avere uno anche quando sta al cesso, per sicurezza. Ovviamente non senza episodi di grottesca itaglianità. Quando l'esercito è arrivato non c'erano abbastanza poliziotti per organizzare le pattuglie. Per legge, infatti, ogni coppia di militari deve essere accompagnata da altrettanti vigili.
L'ultimo omicidio a Verona è datato maggio ed è stato fortunatamente l'unico dell'anno. Negli ultimi mesi non sono stati registrati stupri, furti e reati contro la proprietà sono sotto la media delle città di 300 mila abitanti. Eppure serve l'esercito. Mentre scrivo sento le jeep che mi ronzano sotto casa. Un paio di volte mi hanno identificato, chiedendomi perché e come mai mi stessi aggirando per la zona dove abito. La cosa strana è che sembro essere l'unico a trovarla una cosa strana. Tutti sono contenti. Tutti ne vogliono di più. L'uomo delle mentos dice che, se il ministro lo lascia, renderà i militare permanenti. E la gente lo applaude. Un giorno ho chiesto all'uomo della strada cosa ne pensasse, di questa faccenda (non perché mi piacesse, ma perché mi hanno chiesto di farlo). Mi aspettavo che qualcuno, dico uno, mi dicesse "Si esagera", "Non c'è n'è bisogno", roba del genere. E invece no. "Ghe voleva", "gh'è in giro massa delinquenti", "l'e belo vedar i nostri soldadi". Allora sono scemo io. Adesso a Verona se giri in bicicletta e telefoni, sei quasi certo di essere multato. Da settembre il mentos disporrà l'alcol test in piazza Brà, per il pubblico che esce dall'Arena. Non si può girare a torso nudo in centro. Tutte cose magari giuste, che contribuiscono al decoro di una città.
Ma sentite che è successo l'altro giorno, una cosa che, non so perché, mi ha reso felice. Siamo in piazza Erbe, nel centro del centro di Verona. L'area è chiusa da quattro lati alle auto, si può solo andare a piedi. C'è una piccola banca, che si trova nella struttura dell'ex Domus Mercatorum. Entra un uomo, con una parrucca e una maschera da carnevale. Si avvicina allo sportello, aggredisce il commesso a schiaffi e a pugni e gli intima di dargli quanti contanti ha sottomano. Il tizio arraffa tremila euro, molla un altro paio di pappine e scappa, a piedi. Un cliente della banca si rendo conto che l'uomo è completamente disarmato e lo insegue ma quell'altro è più bravo, riesce a scomparire tra la pletora di turisti che affolla il centro.
Non l'hanno più beccato.
Concepito da Orso von Hobantal alle 01:32 8 esternazioni
Etichette: le storie dell'Orso, un casino di frasi corte con un punto alla fine